Sono stati 4.000 davanti Montecitorio gli insegnanti precari che, nella giornata di ieri, hanno manifestato contro la riforma della scuola lanciata da Matteo Renzi e dal Ministro Giannini e approdata in Parlamento. L’Anief, il sindacato degli insegnanti, esulta: “Protesta riuscita: adesioni in tantissime scuole”.
A Roma sono confluiti supplenti da tutte le regioni d’Italia, dalla Val d’Aosta alla Sicilia, in rappresentanza dei 140mila con un contratto a tempo determinato e degli oltre 100mila abilitati esclusi delle GaE. Tantissimi precari di seconda fascia d’istituto hanno contestato le decisioni del Governo con un bavaglio davanti al volto con la scritta “La Buona Scuola mi ha tolto la parola”.
Tanti gli slogan gridati verso le finestre di Montecitorio. Uno più di tutti: “Vergogna, la buona scuola siamo noi”. Diversi gli striscioni e i cartelli affissi: “La Buona Scuola la fanno alunni e docenti, non i presidi-padroni”; “Dignità ai docenti”.
Chiari i motivi della protesta: inserimento immediato in GaE di tutti i docenti abilitati a partire dalla seconda fascia d’istituto, immissione in ruolo laddove vi sono posti liberi, pagamento degli scatti di anzianità negato ancora dal CCNL 2006/2009 e delle ferie; recupero del primo gradino stipendiale ai neo-assunti tolto dal CCNL 2011, conversione dei contratti, sottoscritti su posto vacante, da 30 giugno a 31 agosto.
“Basta con la precarietà, è giunta l’ora di stabilizzare tutto il personale abilitato che ha svolto più di 36 mesi di servizio su posti vacanti – ha commentato Marcello Pacifico (Anief-Confedir) Siamo pronti a inviare al Miur una valanga di ricorsi, che peseranno non poco sull’erario”.
Alla protesta hanno partecipati anche un gruppo di insegnanti vestite da giovani laureate, con attorno al corpo una scritta: “Concorso? No grazie, siamo già abilitate”. Altre docenti precarie indossavano un cartello con un divieto e sotto scritto: “Scienze della formazione primaria, noi non possiamo entrare”.
Nel corso della manifestazione, una rappresentanza dell’Anief è stata ricevuta in Parlamento. “Il problema, da noi sollevato da mesi, è il Miur continua a non voler realizzare un serio censimento per verificare l’esatto numero dei posti vacanti – ha detto ancora il presidente Anief, Pacifico -. In questo modo si renderebbe conto che i posti effettivamente liberi, da assegnare alle immissioni in ruolo, sono molti di più. E che vanno dati a tutti quei docenti che dopo anni e anni di servizio in cattedra, dopo aver tutti svolto un concorso pubblico o riservato, vanno stabilizzati e indennizzati. E lo stesso discorso va fatto per decine di migliaia di amministrativi, tecnici e ausiliari non citati nel disegno di legge”.
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