Lo studio è un diritto, o almeno dovrebbe esserlo. Stando ai dati riportati dal quotidiano Il Sole 24 Ore, infatti, in molte regioni italiane, soprattutto al Sud, vincere una borsa di studio non significa necessariamente riceverla concretamente.
Maglia nera in questa particolare statistica alla Sicilia, dove solo il 32,3% degli idonei ha ricevuto effettivamente la merita borsa di studio nel 2014. Un dato in fortissima controtendenza rispetto all’anno precedente, quando la Regione Sicilia era riuscita a garantire la borsa al 76,9% dei suoi ragazzi.
La media italiana si attesta intorno al 74,9% nel 2014, in calo rispetto all’anno precedente quando superava di poco l’80%.
In generale, nel Mezzogiorno il diritto allo studio sembra essere meno tutelato: la Calabria “premia” con un sostegno allo studio solo il 42,1% degli aventi diritto nel 2014 (era il 57,2% nel 2013); la Campania il 52,8% (da segnalare che il dato è in forte crescita rispetto al 2013 quando era fermo al 27,4%); la Sardegna il 56% (era il 64,4% nel 2013); il Molise il 64,4% (84,1% nel 2013), l’Abruzzo il 70,4% (contro il 67% del 2013).
Al nord solo il Piemonte ha medie paragonabili a quelle delle regioni meridionali con borse di studio erogate ad appena il 55,1% degli aventi diritto (contro il 60,9% dell’anno precedente).
Resta sotto la media nazionale, se pur di poco, la Puglia (73,3% di quest’anno contro il 94,1% del 2013). Sopra la media, ma comunque al di sotto della totale copertura il Lazio (77% gli ultimi due anni); la Lombardia (91,2% nel 2014; 87% nel 2013); le Marche (98,1% nel 2014; 96,5% nel 2013) e il Friuli Venezia Giulia (99,4% nel 2014; 98,2% l’anno precedente).
Il rispetto completo del diritto allo studio, ovvero la coincidenza tra numero di idonei e borse di studio, si registra in Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto e nelle provincie autonome di Trento e Bolzano.
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