La neo ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli trova ad aspettarla nel suo nuovo ufficio in viale Trastevere parecchie questioni aperte. E alcune di queste molto spinose. Il termine usato da diversi parlamentari pd e addetti ai lavori, per interpretare il futuro è: ricucire.
Ricucire i rapporti con un mondo, quello della scuola, che ha voltato le spalle al governo Renzi. Uno scollamento forte, avvertito da chi la scuola la fa tutti i giorni e la vive dal di dentro, e chi invece si proponeva di rivoluzionarla senza conoscerne le caratteristiche fondanti. Inevitabile il siluramento della Giannini e la scelta di una figura più dialogante con quel mondo.
Le cose da fare
Innanzitutto le deleghe attuative della Buona scuola, uno dei cavalli di battaglia del governo Renzi. Ma anche i correttivi alla stessa riforma su cui l’esecutivo proprio nelle ultime settimane aveva deciso di trattare con i sindacati. Per quanto riguarda le deleghe della Buona scuola scade a meta’ gennaio il termine ultimo, previsto dalla legge 107, per approvare i decreti legislativi delegati. Sono nove le deleghe previste, tra cui, in particolare, quelle relative al sistema integrato 0-6 per nidi e scuole dell’infanzia e alla revisione della valutazione nel I ciclo e nell’esame di maturità.
Ferma anche la revisione della formazione tecnica e professionale e il reclutamento dei docenti, con le relative pendenze per sanare le graduatorie a esaurimento non ancora svuotate. Una delle primissime pagine da affrontare, nel dossier scuola, riguarda senz’altro la mobilità degli insegnanti (sulla questione è stata aperta una contrattazione con i sindacati e la scorsa settimana c’e’ stato un incontro ‘politico’ con l’idea da parte del Miur di chiudere prima di Natale) e la controversa questione della “chiamata diretta”.
Sul tappeto anche la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto (una norma in proposito era stata inserita nella legge di stabilita’ e viale Trastevere ha avviato una trattativa con il Mef per 25.000 persone), il decreto per la sperimentazione del Liceo in 4 anni e naturalmente l’attuazione dell’accordo sui contratti.
C’è poi da portare a termine il concorso per docenti e da far partire quelli, attesi da tempo, per dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi.
Sul fronte Università in sospeso l’assegnazione della quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario e le famose “Cattedre Natta” contro cui si sono mobilitati nei mesi scorsi associazioni studentesche e sindacati. Da attuare, infine, il Programma nazionale della ricerca.
Ci sarà da capire poi se si sbloccheranno i famosi 430 milioni di euro per la ricerca, custoditi nei forzieri della Banca d’Italia e intestati all Iit di Genova, così come aveva auspicato la senatrice Elena Cattaneo in un recente intervento proposto dal nostro giornale.
Staremo a vedere, certo sarebbe un bel colpo a effetto per l’inizio di un mandato che si rivela per la Fedeli stimolante quanto complesso.
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