Il pesce scorpione (lionfish) è uno dei pesci tropicali più noti e appariscenti ma anche una delle specie marine più invasive al mondo.
La specie è particolarmente pericolosa per la salute umana poiché ha spine velenose, molto lunghe e sottili, in corrispondenza delle pinne dorsale, anale e pelviche. Il veleno si mantiene attivo dalle 24 alle 48 ore dopo la morte del pesce, per cui la pericolosità della specie resta elevata anche su esemplari morti. La puntura del pesce scorpione crea un dolore forte e persistente, spesso associato a sintomi sistemici come nausea, vomito, febbre, convulsioni, difficoltà respiratoria e diarrea. Nei casi più gravi, la parte colpita può andare incontro a necrosi locale e a una perdita della sensibilità che può durare anche per molti giorni.
Negli ultimi anni, il pesce scorpione si è rapidamente diffuso nel Mediterraneo. Dopo il ritrovamento di questa specie in Tunisia, l’ISPRA – nell’ Ottobre del 2016 – lanciò un’allerta riguardo al possibile arrivo del pesce scorpione nel nostro paese. Oggi, grazie ad una recente collaborazione tra ricercatori dell’ISPRA, del CNR e della American University of Beirut, il lionfish viene segnalato per la prima volta in acque italiane, precisamente all’interno della “Riserva Naturale Orientata Oasi Faunistica di Vendicari”, in Sicilia. Lo studio, pubblicato dalla rivista BioInvasion Records, fornisce i dettagli di questa osservazione ricostruendo la rapida espansione geografica della specie nel Mar Mediterraneo. “Considerata la potenziale invasività e pericolosità della specie, chiunque abbia catturato o avvistato un pesce scorpione è invitato a fare una foto e segnalare l’osservazione all’indirizzo: [email protected]. E’ disponibile anche un gruppo Facebook chiamato ‘Oddfish’ sul quale condividere osservazioni di specie esotiche con utenti del mare e ricercatori”, segnalano all’Ispra.
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