Pochi giorni fa, martedì 28 marzo, il celebre pianista Pietro De Maria si è esibito all’Auditorium dell’università “La Sapienza” di Roma interpretando le famose “Variazioni Goldberg” di Johann Sebastian Bach. Prima di passare all’opera vorrei spendere qualche parola sull’artista: il Maestro Pietro De Maria. Nato a Venezia nel 1967, De Maria ha iniziato lo studio del pianoforte con Giorgio Vianello e si è diplomato sotto la guida di Gino Gorini al Conservatorio della sua città, perfezionandosi successivamente con Maria Tipo al Conservatorio di Ginevra, dove ha conseguito nel 1988 il Premier Prix de Virtuosité con distinzione. Il suo enorme repertorio spazia da Bach a Ligeti ed è il primo pianista italiano ad aver eseguito pubblicamente l’integrale delle opere di Chopin in sei concerti. Recentemente ha realizzato un progetto bachiano, eseguendo i due libri del Clavicembalo ben temperato e le Variazioni Goldberg. Ha registrato l’integrale delle opere di Chopin e il Clavicembalo ben temperato per DECCA, ricevendo importanti riconoscimenti dalla critica specializzata, tra cui Diapason, International Piano, MusicWeb-International e Pianiste. Passiamo ora all’opera. Essa fu composta tra il 1741 e il 1745 con uno scopo molto curioso: il Conte Goldberg soffriva di insonnia ed il medico gli aveva detto di sentire qualcosa che lo facesse addormentare, così commissionò a Bach un’opera che fosse il più lunga possibile per riuscire ad addormentarsi ed essa fu eseguita tutte le sere nella stanza accanto a quella del Conte. L’opera è concepita in 32 brani disposti secondo schemi matematici e geometrici che le conferiscono una coesione unica nella storia della musica; insieme all’opera L’arte della fuga, essa rappresenta il culmine delle sperimentazioni di Bach di musica per tastiera. L’immenso valore strutturale, l’irraggiungibile genio compositivo e l’abilità di toccare ogni possibilità espressiva del clavicembalo fanno delle Variazioni Goldberg un monumento all’intelligenza del compositore. Bach rappresenta un colosso della musica classica, un maestro per i compositori ed un poeta per i profani. Egli parla all’inesperto ed al musicista, all’ascoltatore casuale e all’appassionato. La sua opera non ha età, essa è pura espressione del divino, fruibile da chiunque.
“Io ho lavorato molto. Chiunque si applicherà tanto potrà fare quello che ho fatto io” – Johann Sebastian Bach
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