Smartphone, Valeria Fedeli: "In aula dico si, sono un aiuto"

Valeria Fedeli durante il Pes Woman Summit al congresso del Partito Socialista Europeo nel centro congressi all’Eur. Roma 28 febbraio 2014 ANSA/ANGELO CARCONI

Lo smartphone da strumento di distrazione a parte integrante dell’apprendimento? Proprio così, almeno sembrerebbe quello che ha intenzione di fare la ministra Valeria Fedeli, che questa mattina in un’intervista di Corrado Zunino su Repubblica, parla della volontà di regolamentare l’uso in classe del cellulare. “Quello che autorizzeremo non sarà un telefono con cui gli studenti si fanno i fatti loro – dichiara la ministra – ma un nuovo strumento didattico”. E detta i tempi: “Da venerdì prossimo si insedierà una commissione ministeriale per costruire le linee guida dell’utilizzo dello smartphone in aula – spiega – Quando avrò le risposte manderò una circolare agli istituti”.
Certo internet è un grande portale dove si può trovare di tutto, senza contare che molti problemi dei giovani studenti vengono anche da lì. Ma è anche lo strumento principe dei millennials: “Se lasci un ragazzo solo con un tablet in mano è probabile che non impari nulla, che si imbatta in fake news e scopra il cyberbullismo – conclude la ministra – Ma se guidato da un insegnante preparato, e da genitori consapevoli, quel ragazzo può imparare cose importanti attraverso un media che gli è familiare”. Un’iniziativa, quella del capo di Viale Trastevere, che ha già scatenato un acceso dibattito non soltanto sulla rete. 

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