Pellegrini moderni

Destinazione: Plymouth University
Motivo del viaggio: Erasmus Traineeship
Bagaglio da stiva: 23 kg Massimo
Tempo di permanenza: 3 mesi
Queste erano le tutte le certezze che custodivo gelosamente prima di salire su quel volo che avrebbe dato il via ad un’esperienza fantastica. Sì, erano tutte le mie certezze.
Introspettiva e cauta nelle decisioni, solo qualche mese prima mi trovavo a lasciare spazio alla mia curiosità, candidandomi per il progetto Erasmus Traineeship. E quindi risulto idonea. E quindi parto! I giorni antecedenti la partenza mi hanno vista elettrizzata per essere riuscita a cogliere l’ultima occasione che questo progetto poteva offrirmi, con l’amara consapevolezza che essere più vicina ai 30 che ai 20 non mi rendeva la candidata ideale.
Sorrido all’hostess vestita di rosso e verde, che, nella divisa firmata Ettore Bilotta, sembra pronta ad affrontare il solito viaggio Milano Linate-London City del lunedì mattina. Mentre la guardo mi rendo conto di quanto sia diverso questo lunedì mattina per due ragazze, forse coetanee: la settimana inizia con il solito viaggio per lei e con IL VIAGGIO per me e mi chiedo se sia la cosa giusta. Dopo un’intera giornata trascorsa in sale d’attesa, aerei, metropolitane e treni mi ritrovo in una città del Sud dell’Inghilterra, distante dalla vita frenetica londinese. Plymouth mi conquista immediatamente, anche se mi suona familiare solo per qualche paragrafo letto sui libri di storia. Infatti, da qui partì nel 1620 la famosa Mayflower con a bordo i Padri Pellegrini che raggiunsero la -loro- America grazie a qualche bussola e nessun radar.
Sin dal primo giorno cerco di crearmi delle routines che mi proteggano dalla paura dell’ignoto. Inevitabilmente entro a far parte di uno sciame di studenti che tutte le mattine si reca in un’università e poi al supermercato e poi in palestra. Ed è proprio dopo la palestra che avviene la cosa più incredibile: torno in un luogo che chiamo “casa mia”. Casa mia. Sconvolgente è la facilità e rapidità con la quale ci si ambienta.
Giorno dopo giorno, tuttavia, mi riscopro abbastanza brava ad adattarmi alle nuove situazioni e insospettabilmente amante della cultura British. Inizio a provare gusto nello sconvolgere le mie preziose sicurezze. In un attimo non ne sento più un disperato bisogno e, mentre le lascio andare, mi scappa un sorriso, diverso da quello di quel lunedì mattina.
Ci siamo! Sono pronta a sostituire la mia, o almeno una, copertina di Linus con una bussola che mi aiuti a non perdere la strada, lasciandomi libera di sperimentare.
Ma le lancette dell’orologio, allacciato al mio polso sinistro, le tengo un’ora avanti. Sì, loro mi ricordano casa, quella vera.
Keep in touch,
Greta

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