2017 Annus horribilis, tutti gli strafalcioni della ministra Valeria Fedeli

Siamo agli sgoccioli di questa XVII legislatura e anche in questo quinquennio la politica nostrana non si è risparmiata nella consueta collezione di strafalcioni da manuale. Quest’ultimo anno, poi, il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca ha collezionato una serie interminabile di gaffe: dalle clamorose “traccie” invece che tracce della maturità2017, al “battere” al posto di batterio. Dopo la storia dei titoli di studio mancanti alla Valeria Fedeli, la scorsa settimana abbiamo assistito all’ennesima caduta di stile del capo di Viale Trastevere: il congiuntivo errato nella lettera spedita al Corriere della Sera, fino all’ultimo “più migliori” durante un discorso agli insegnanti.
Sul congiuntivo sbagliato nella lettera al Corriere due giorni fa era intervenuto il suo portavoce, spiegando che il tutto era sorto dalla fretta nel tagliare una parte della missiva. “La ‘gaffe’ da voi segnalata – aveva scritto il portavoce Simone Collini a questo giornale – è in verità frutto di un mio errore nel tagliare il testo scritto dalla Ministra per renderlo compatibile con gli spazi previsti ai fini della pubblicazione. Così, due proposizioni originariamente indipendenti sul piano grammaticale, sono diventate una principale («sarebbe opportuno») e due subordinate («che lo studio della Storia non si fermasse tra le pareti delle aule scolastiche ma prosegua anche lungo tutti i percorsi professionali»)”. Insomma una imprecisione del portavoce e non della Fedeli. Stavolta, però, non sembrano esserci scuse: nel video compare proprio la ministra. E la figura non è “più migliore”
“C’è il rafforzamento della formazione per i docenti – si vede in un video che sta facendo il giro della Rete – che svolgono le funzioni di tutor dedicati all’alternanza. Perché offrano percorsi di assistenza sempre più migliori a studenti e studentesse”. E quel “sempre più migliori” non è sfuggito alle orecchie degli internauti, che si sono catapultati a condividere il filmato con l’errore da penna rossa del ministro dell’Istruzione.

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