Non pensare, fallo ed immagina che succeda

Ventiquattro anni fa è nata la mia passione per l’acqua: da subito ho amato questo elemento, mi sono fusa con esso e poi c’è stata la successiva passione per il nuoto, finché oggi, queste, sono sublimate in un amore a prima vista, il surf. In uno dei momenti impulsivi da Erasmus, mi rendo conto di non poter tornare a casa per le vacanze di Natale, senza aver provato questo sport. Prenoto la lezione e mi presento in spiaggia; con me una quindicina di persone, tra Erasmus e portoghesi, chi più chi meno esperti. Infilo la muta e sento una scossa di adrenalina corrermi lungo la schiena, imbraccio la tavola, suppongo goffamente, e fiera mi dirigo a riva ad aspettare gli istruttori. Il sole è magnifico per essere l’8 di dicembre, la temperatura dell’acqua è sui 19°C, nemmeno troppo alta se si pensa che la massima qui sfiora i 22°C: tutto è pronto. Inizia la lezione, in un melting pot di lingue, anche tra gli istruttori stessi. Dopo le prime nozioni di base è ora di andare in acqua e far nascere una sintonia, un legame con la tavola, una perfetta unione. Oggi, mi ripetono, è la giornata in cui devi sentire le emozioni, devi sentire l’acqua, la spinta, l’onda e il corpo: tutto deve fondersi, è lì il segreto della magia.  Qualche istante e sono in acqua, tornata principiante, desiderosa di imparare e apprendere ogni minimo segreto, tento e ritento, cado, mi rialzo e riprovo ancora; arriva l’istruttore e nel suo inglese con accento portoghese pronuncia le parole che d’ora in poi saranno mie per sempre: <<Don’t think, just do it, just imagine that you will succeed, let it happens!>> (Non pensare, fallo, immagina che ci riuscirai, lascia che accada!). Questa frase mi attraversa e realizzo: questa dovrebbe essere la filosofia di vita di tutti quanti, senza arrovellamenti di pensieri, esitazioni, paure.

Perdo completamente la nozione del tempo e tra un tentativo e l’altro finalmente arrivano i miei due più gloriosi secondi di tutta la mia vita: finalmente sono in piedi sulla tavola e l’onda (scusate, ma ancora non imparo il gergo tecnico) mi sta trascinando ed una felicità mi  pervade dal profondo del cuore. Il mio spirito si sente libero e non si può che adorare quella natura marina, selvaggia, che per un attimo si concede all’uomo ed insieme corrono per un breve istante. Così la mia prima prova sulla tavola si conclude e sarà sicuramente l’inizio di una grande storia di amore e, perché no, anche un modo diverso di approcciarmi alla vita di tutti i giorni.

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