Diplomati «disorientati»: il 45% sbaglia scuola, il 12% anche l’università

Giovani, poco occupati e molto disorientati: un diplomato su due pensa di aver sbagliato scuola. Questa la fotografia dei giovani italiani secondo il rapporto 2018 di AlmaDiploma sulla condizione occupazionale e formativa a un anno e a tre anni dalla maturità. Dall’indagine emerge che il 45% del campione pensa di aver sbagliato scuola. E c’è di più, il 12% di chi prosegue gli studi dichiara di non aver centrato neanche la scelta dell’università. Mentre dal punto di vista lavorativo non va meglio. Dodici mesi dopo l’esame ha un impiego il 35% degli interpellati. Trascorsi altri due anni si sale al 45 per cento.

L’indagine riguarda oltre 41 mila diplomati del 2016, intervistati a un anno dalla maturità e oltre 38 mila del 2014, sentiti a tre anni. Il primo dato più eclatante è l’elevato numero di studenti “pentiti”. Alla fine delle superiori il 55% dei ”maturati” del 2016 sceglierebbe lo stesso corso nella stessa scuola, mentre il restante 45% compierebbe una scelta diversa: oltre il 25% cambierebbe sia scuola sia indirizzo, il 12% ripeterebbe il corso ma in un altro istituto, l’8% li modificherebbe entrambi. Una percentuale che 12 mesi dopo cala al 42 per cento. I meno appagati sono gli ex alunni dei professionali. Meglio va per chi ha frequentato un istituto tecnico o un liceo.

E chi prosegue gli studi? Il 67% dei diplomati del 2016 si è iscritto all’università. Con una spiccata predilezione per i corsi di laurea in materie umanistiche. Ma a un anno dal titolo, per 12 diplomati su cento la scelta universitaria non si è dimostrata vincente: il 7% ha deciso di gettare la spugna dal primo anno, mentre un ulteriore 5% ha già cambiato ateneo o corso di laurea. Abbandoni che coinvolgono il 4% dei liceali, il 10% dei tecnici e il 20% dei diplomati professionali. Le cose non migliorano a tre anni: sale infatti al 19% la quota di insoddisfatti della propria scelta.


A un anno dal diploma lascia ancora a desiderare. Nel complesso risultano occupati 35 diplomati su cento: 19 lavorano e basta; altri 16 lo fanno proseguendo anche gli studi. A essere messi meglio sono i diplomati professionali (47%), davanti ai tecnici (42%) e ai liceali (27%). A tre anni dal titolo il tasso di occupazione sale al 45%: il 27% è dedito esclusivamente al lavoro, mentre il 18% è impegnato sia nello studio che nel lavoro. Anche in questo caso in vetta ci sono gli ex studenti dei professionali (69%); alle loro spalle i tecnici (56%)e in coda i liceali (32%).

Altro tema investigato da AlmaDiploma è l’utilizzo o meno nell’ambito lavorativo delle competenze acquisite durante gli studi. E qui la meglio ce l’hanno i diplomati tecnici. Ad un anno dal termine degli studi, il 19% del campione dichiara di utilizzare le competenze acquisite durante il percorso di studi in misura elevata, un altro 39% lo fa in maniera più contenuta; di conseguenza, il 42% ritiene di non sfruttare per nulla le conoscenze apprese nel corso della scuola secondaria di secondo grado, con un picco del 47% tra liceali. Che almeno possono sperare di rifarsi all’università.

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

'Giovani al voto', nuovo appuntamento del programma di corriereuniv sulle elezioni

Next Article

Concorsopoli, sospeso l’ex ministro Fantozzi: “Condizionava le abilitazioni"

Related Posts