Un genitore su due chiede più tecnologia a scuola: "Qualità è peggiorata"

Che cosa pensano i genitori della scuola frequentata dai propri figli e, in generale, del sistema scolastico del loro Paese? La Varkey Foundation, l’ente per l’istruzione globale, che organizza il Global Education and Skills Forum che premia anche il «migliore insegnante al mondo», lo ha chiesto ai genitori di 29 Paesi, dall’Argentina alla Germania, dalla Francia alla Corea del Sud, dalla Turchia all’Italia. Ecco che cosa pensano i genitori italiani, che puntano molto sull’Università per i propri figli e vorrebbero più tecnologia e modernità a scuola.
I genitori italiani trascorrono più tempo aiutando i ragazzi in ambito educativo rispetto ai genitori degli altri paesi europei in cui è stata condotta l’indagine. Nella fattispecie, il 25% passa con loro 7 ore o più alla settimana, rispetto al 17% in Spagna, il 14% in Germania e l’11% in Regno Unito e Francia. Solo un genitore italiano su cinque (21%) ritiene che gli standard educativi siano migliorati negli ultimi 10 anni. È il quarto valore più basso, insieme al Giappone (21%), tra tutti i Paesi in cui è stata condotta l’indagine dopo Russia e Sudafrica (20%), Germania (19%) e Francia (8%). Oltre la metà dei genitori italiani ritiene che gli standard educativi, nello stesso periodo, siano peggiorati, facendo un confronto con la media dei risultati dell’indagine pari al 37%. Quella del Bel Paese è l’unica grande economia europea in cui un’ampia maggioranza dei genitori (70%) è favorevole all’erogazione di buoni formativi da parte del governo. Questa percentuale è superiore rispetto a Spagna (51%), Francia (44%), Regno Unito (39%) e Germania (39%).
Gli italiani attribuiscono maggiore importanza all’università rispetto a qualsiasi altro paese europeo intervistato: il 37% dei genitori afferma che è estremamente importante che il proprio figlio frequenti l’università e il 66% afferma che è molto importante. In confronto, la percentuale di genitori che lo reputa estremamente importante è l’11% in Francia, il 13% in Regno Unito, il 13% in Germania e il 23% in Spaggna. Solo il 39% degli italiani è ottimista per quanto riguarda il futuro dei propri figli, decisamente meno della media dell’indagine che si attesta al 60%, inferiore a molte economie consolidate quali gli USA (68%) e il Regno Unito (57%) e solo marginalmente superiore alla Germania (38%) e alla Francia (31%).

Dall’indagine emerge che il 78% dei genitori italiani considera buona la qualità dell’insegnamento presso la scuola frequentata dai figli. Tuttavia, la percentuale è più elevata nel caso delle scuole private (95%) rispetto alle scuole pubbliche (76%). Ciononostante, solo il 34% ritiene che la qualità delle scuole pubbliche in Italia sia buona, risultato complessivamente in linea con la classifica dell’indagine PISA che vede l’Italia al 34° posto su 70 nazioni. Una proporzione simile (31%) valuta le scuole pubbliche di qualità scarsa o molto scarsa – la cifra più elevata tra le cinque maggiori economie dell’UE e decisamente più elevata rispetto al Regno Unito, dove solo il 10% considera la scuola pubblica di scarsa qualità. Del 43% che invece ritiene che la scuola non prepari i figli adeguatamente al mondo del 2030 e oltre, il 72% afferma che una prospettiva internazionale di più ampio respiro sarebbe uno dei tre migliori metodi che le scuole potrebbero adottare per preparare meglio i propri figli.

Per confronto, in Italia il 65% auspica una maggiore attenzione alla preparazione dei figli nell’utilizzo di tecnologie nuove ed emergenti, il 53% una maggiore enfasi su nuovi tipi di carriere, impieghi e competenze necessarie in vista del futuro, il 46% maggiore preparazione su competenze non convenzionali o “soft” che saranno indispensabili in futuro, e il 42% desidera un piano di studi più interessante ed aggiornato che stia al passo con i cambiamenti. Qualora fossero disponibili fondi aggiuntivi per le scuole dei figli, oltre la metà (56%) li investirebbe in computer/tecnologia. Per i genitori italiani questa rappresenta la prima scelta, ed è una percentuale superiore rispetto alla media globale (46%). Inoltre, il 52% spenderebbe i suddetti fondi ipotetici per svolgere attività extracurricolari, il 49% per edifici e altre strutture, il 43% per un maggior numero di insegnanti o per uno stipendio migliore per gli insegnanti già impiegati, il 43% per risorse, il 30% per personale di sostegno.

 
 
 
 
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