I cervelloni? Non devono ringraziare la competizione ma il confronto con il contesto che li circonda. A dirlo è uno studio inglese su ‘Nature’, che minimizza l’importanza e il ruolo della competizione tra individui nello sviluppo del cervello umano.
Secondo il modello predittivo ideato da Mauricio Gonzalez-Forero e Andy Gardner dell’University of St. Andrews (Gb), il cervello umano si è evoluto in risposta ad una serie di fattori diversi: il 60 per cento ecologici, il 30 legati alla cooperazione e solo per il 10% alla competizone tra gruppi. L’ecologia, intesa come relazione tra gli individui, gli organismo vegetali e animali e l’ecosistema in cui essi vivono, sarebbe il primo fattore in grado di spiegare l’evoluzione del cervello umano.
Il lavoro sembrerebbe smentire, almeno in parte, la teoria del ‘cervello sociale’ secondo la quale gli esseri umani hanno sviluppato cervelli così grandi rispetto gli altri mammiferi. La natura dell’uomo insomma sembra più legata al problem-solving ecologico e alla cultura che alle ‘grandi manovre’ sociali e alla competizione.
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