Studia e vivrai di più: il livello di istruzione incide sulla salute

E dopo aver superato l’esame più difficile della vostra vita, cosa fare? Pronti per andare in vacanza non dimenticate che grandi scelte vi aspettano. Mettete da parte però l’ansia e giorno dopo giorno iniziate ad interrogarvi e informarvi su quale strada intraprendere. Noi per alleggerire la vostra pausa di riflessione vi sveliamo che il segreto della longevità è nascosto nello studio.
Studia e vivrai di più. A dirlo non sono professori pignoli o genitori pedanti. La notizia arriva da una ricerca, che dimostrerebbe come alla base di una migliore salute, e di conseguenza longevità, ci sarebbe una buona istruzione. Se tutti sapevamo che i soldi non fanno la felicità, ma eravamo fortemente consapevoli che un buon reddito contribuisse a farci vivere meglio e magari più a lungo, oggi dobbiamo ricrederci. Uno studio dell’Università di economia e commercio di Vienna, ha svelato che non sarebbe proprio così. Il livello di istruzione di ognuno di noi è un fattore determinante per migliorare la salute. Ma per capire di cosa stiamo parlando facciamo un salto indietro. Nel 1975, il sociologo americano Samuel Preston creò un grafico che considerava il reddito pro capite in relazione all’aspettativa di vita: questo mostrava come il reddito influisse maggiormente su salute e longevità. Nel 1985, invece, John e Pat Caldwell affermarono che una migliore educazione femminile influisse sulla mortalità più bassa. Gli autori del nuovo studio, Wolfgang Lutz e Endale Kebede, hanno utilizzato i dati di 174 Paesi tra il 1970 e il 2015. Dai loro diagrammi, in cui aspettativa di vita e scolarizzazione della popolazione sono stati messi a confronto, emerge che l’istruzione è un fattore predittivo fondamentale per la salute e la longevità. “Una migliore istruzione porta a una più ampia conoscenza che, a sua volta, influenza l’adozione da parte delle persone a comportamenti migliori per la salute, e quindi a un aumento dell’aspettativa di vita“. Ma per vivere meglio e più a lungo le alternative potrebbero essere diverse. Un buon corso di studi potrebbe, ad esempio, aiutarvi a capire molto di voi. Il New York Times ci ricorda che il corso di maggiore successo della storia, oggi disponibile anche on line, è tenuto all’Università di Yale. Il corso in questione è “Psychology and the Good Life” e ad oggi conta oltre 1.200 iscritti. Quasi il 25% degli studenti delle lauree di primo livello di tutta Yale hanno deciso di iscriversi e questo non senza motivo. Il corso, infatti, promette di insegnare agli studenti come “condurre una vita migliore e costruire un mondo migliore“. Nei 6 moduli dell’intero corso, tra le altre cose, si affrontano le nostre convinzioni errate sulla felicità, come siamo portati a crearci aspettative sbagliate e come provare a smettere di farlo. Ovviamente qui, la formula “soddisfatti o rimborsati” non vale, ma se capitate da quelle parti tanto vale provarci!

Le differenze socio-economiche tra individui – dettate da un mix di istruzione, occupazione e reddito – sono spesso associate ad alcune malattie ed a diversi fattori di rischio per la salute. In particolare i livelli di istruzione giocano in tal senso un ruolo chiave. Molti, infatti, tra i soggetti affetti da diabete, asma e bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (COPD), mostrano un basso livello di istruzione, come pure gli obesi e coloro che si mostrano più soggetti ad essere vittime di incidenti in casa, a scuola e durante le attività ricreative. Anche tra gli anziani, quelli che hanno un basso livello di istruzione tendono a non sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale, viceversa tra le donne, quelle che hanno effettuato lo screening per il tumore al seno ed al collo dell’utero, possiedono in maggioranza un alto livello di istruzione.

Salute e welfare sono strettamente collegati. Programmare dunque a livello comunitario politiche sanitarie utili a ridurre la variabilità di quei determinanti socio-economici comuni per le malattie croniche gioverebbe alla salute dei cittadini.

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