Università di Genova, indagati tre docenti per aver pilotato dei bandi

“Aumentalo di 5-600 euro, fallo credibile. Io ci metto una firma e poi lo mandiamo. Non voglio vedere un c…, voglio vedere solo i soldi”. Sono le parole di Mosè Ricci, architetto, urbanista e a lungo docente dell’Università di Genova, indagato in una maxi-inchiesta della Procura di Trento, che ha coinvolto 18 tra docenti e architetti. Fra loro ci sono altri due docenti dell’Ateneo: Giorgio Cacciaguerra, esperto in Ingegneria civile, ambientale e meccanica, e Marco Tubino, uno dei consulenti che per conto della Procura di Genova aveva firmato la maxi-relazione sull’alluvione del Fereggiano .

Le accuse a vario titolo sono di abuso d’ufficio peculato, truffa, turbativa d’asta, falso, e hanno messo una luce su un’inquietante commistione tra Ateneo e amministrazione comunale. Ricci è il perno su cui ruotano la maggior parte delle vicende contestate dai magistrati. Il docente infatti stava riscrivendo il piano urbanistico di Trento e si era occupato di parecchi grandi appalti. Nei suoi confronti il pm Carmine Russo aveva chiesto gli arresti domiciliari, misura che il giudice ha ridotto all’interdizione dai pubblici uffici per un anno.

A tradire Ricci una vecchia abitudine, che lo aveva già portato a finire nel mirino della Corte dei Conti di Genova: mescolare l’attività privata con gli incarichi pubblici. Una tendenza che alla Facoltà di Architettura aveva portato a una protesta degli studenti, che avevano segnalato le ripetute assenze del docente (il danno arrecato all’Università di Genova secondo i giudici è di 131mila euro).

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