L’Italia vince di squadra. Nelle 24 ore finali del programma delle Universiadi abbiamo conquistato l’oro nella pallanuoto e nella pallavolo maschile, un segno in controtendenza rispetto a un medagliere che è stato soprattutto femminile. Chiudiamo con 44 medaglie di cui 15 d’oro. Avevamo fatto di meglio soltanto nella prima edizione, quella di Torino 1959, “inventata” da Primo Nebiolo. Ma allora i Paesi partecipanti erano meno della metà. Siamo stati anche quarti a un certo punto del cammino, ma poi Corea del Sud e Russia hanno accelerato. Il Giappone ha dato una lezione a tutti, preparandosi in tutte le discipline: d’altronde quello è un Paese in cui la connessione fra Sport e Università è una delle basi del sistema. Dietro il Paese che aspetta le Olimpiadi, si sono classificate Russia, Cina, Stati Uniti e Corea del Sud. Quanto agli azzurri e al loro medagliere, la scherma non molla mai: è stata ancora una volta la disciplina più prodiga di medaglie con cinque ori, questa volta davanti all’atletica e alle sue quattro vittorie. Fra le quali quella di Daisy Osakue, la discobola torinese di origini nigeriane, che è stata il simbolo anche della cerimonia di chiusura spengendo il braciere acceso lo scorso 3 luglio.
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E proprio l’atletica è la prima sfida per il futuro. Il dilemma è sempre lo stesso: un nuovo stadio senza pista di atletica magari con l’impegno del presidente del Napoli a costruire un impianto altrove o la valorizzazione di questa ristrutturazione? Gianluca Basile, il commissario straordinario delle Universiadi, protagonista del rush finale vincente per far arrivare pronta Napoli e la Campania all’appuntamento, dice la sua con concretezza: “Sul San Paolo deciderà la politica d’intesa con il Calcio Napoli. Quello che posso dire che in una città come Napoli uno stadio con la pista di atletica in grado di ospitare grandi eventi internazionali ci deve essere”.
E così arriva il momento del passaggio di consegne fra Italia e la Cina, la nazione che organizzerà l’edizione 2021. Una consegna dalla città del Vesuvio a quella dei panda giganti. Certamente senza torneo di calcio, che sarà sostituito da una coppa mondiale universitaria in un altro spazio temporale con formula da studiare. La manifestazione ha dimostrato di avere una sua vitalità, ma deve cercare di rinnovarsi, anche aprendosi a nuove discipline sul modello delle Olimpiadi giovanili. Intanto, Napoli e la Campania hanno vinto la loro scommessa. “Soddisfatti?”, ha chiesto il premier Giuseppe Conte ai dirigenti della Fisu, l’organismo mondiale dello sport universitario. Che hanno risposto: “Siamo felici”. Se si pensa che meno di un anno fa sembrava tutto perso e l’unica strada possibile pareva davvero il rinvio, vuol dire che si è trattato di una grande impresa.
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