Ict, progetti di ricerca transnazionale: bando per imprese e università

Al via il bando Chist – Era IV per progetti di ricerca transnazionali focalizzati sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Information and Communications Technology – Ict). In particolare il bando affronterà le seguenti aree tematiche: Explainable Machine Learning-based Artificial Intelligence Novel Computational Approaches for Environmental Sustainability.
La call seguirà una valutazione a due fasi. La scadenza per inviare le proposte preliminari è fissata alle ore 17 del 14 febbraio 2020, mentre i partenariati che supereranno la prima fase di valutazione avranno tempo fino al 23 giugno 2020 per presentare i progetti completi. Lo “European Coordinated Research on Long-term Ict and Ict-based Scientific and Technological Challenges” è un’azione di coordinamento finanziata dalla Commissione Europea secondo lo schema Eranet Cofund di Horizon 2020 che punta a rinforzare la cooperazione transnazionale tra Stati Membri in diversi campi dell’ICT e ad integrare le comunità di ricerca nazionali in Europa creando sinergie per incentivare attività comuni.
All’interno di Chist-Era IV le agenzie di finanziamento identificano i settori scientifici emergenti consentendo ai ricercatori europei di impegnarsi in progetti di alto rischio, ad alto impatto che porteranno avanzamenti nella scienza, lanciando una o più Joint Transnational Call per presentare progetti di ricerca che affrontano tematiche in ambito ICT. Partecipazione dell’Italia Complessivamente il Consorzio Chist-Era IV è composto da 23 Stati membri dell’Unione Europea, tra cui l’Italia rappresentata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e dall’Istituto Nazionale Di Fisica Nucleare (Infn). Il Miur ha impegnato 600mila euro nella forma di contributo a fondo perduto ma il finanziamento massimo concedibile per progetto, indipendentemente dal numero di partner italiani, è di 150mila euro.. Possono partecipare imprese, università, istituti e organizzazioni di ricerca italiane, che dovranno compilare online, entro la stessa scadenza della prima fase del bando, anche la domanda nazionale, pena la non eleggibilità della richiesta. L’Infn ha invece impegnato 200mila euro per i ricercatori che lavorano presso i propri laboratori e divisioni.
ildenaro

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