Coronavirus, ecco come riconoscerlo e prevenirlo: il vademecum dell'Università di Cagliari

Una nota, diffusa dall’Ateneo, per evitare inutili allarmismi
L’Università di Cagliari, raccogliendo l’invito della Conferenza dei Rettori delle Università italiane, sta dando in questi giorni grande visibilità a una nota che fa chiarezza sul coronavirus, il virus responsabile della malattia respiratoria identificata per la prima volta nella città di Wuhan in Cina. Il documento – teso ad evitare inutili ed eccessivi allarmismi e reso pubblico su indicazione del rettore Maria Del Zompo – spiega in termini chiari come ci si può infettare, quali precauzioni adottare per prevenire l’infezione e alcune raccomandazioni al personale e agli studenti di ritorno dalla Cina e al personale in visita dalla Cina.
Il documento è stato inviato alla mail personale di tutti gli studenti e pubblicato sul sito web e sui canali social dell’Ateneo cagliaritano introdotto dalle parole di Aldo Manzin, docente di Microbiologia clinica alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. “In questi giorni la paura e le reazioni emotive rischiano di diffondersi più velocemente di quanto stia facendo il nuovo coronavirus 2019-nCoV – scrive il professore – L’invito è a fare le cose giuste, a informarsi nelle sedi competenti (ignorando siti e fonti complottisti) e a fidarsi del personale sanitario e degli scienziati che stanno lavorando seriamente e al meglio delle loro possibilità per contenere l’epidemia”.
Ecco, di seguito, alcuni passaggi del vademecum.
Come ci si può infettare?
La diffusione da persona a persona si pensa possa avvenire principalmente attraverso goccioline respiratorie prodotte quando una persona infetta tossisce o starnutisce, in modo simile a come si diffondono l’influenza e altri agenti patogeni respiratori. Analogamente a SARS e MERS, la diffusione tra le persone avviene attraverso contatti ravvicinati.
Quali sono i sintomi?
Le infezioni confermate da 2019-nCoV possono provocare una sintomatologia da lieve (80% dei casi), a severa (20% dei casi) con esiti letali (2% dei casi). I sintomi possono comparire da 2 a 14 giorni dopo l’esposizione e includono: febbre, tosse, difficoltà respiratoria.
Come prevenire l’infezione?
L’Organizzazione Mondiale della salute raccomanda le seguenti precauzioni e misure igieniche:
– Lavare spesso le mani con gel disinfettanti o con acqua e sapone;
– Quando si tossisce e si starnutisce, coprire la bocca e il naso con un gomito o un fazzoletto, gettare via immediatamente i fazzoletti e lavarsi le mani;
– Evitare il contatto ravvicinato con chiunque abbia la febbre e la tosse. In caso di febbre, tosse e difficoltà respiratorie, rivolgersi tempestivamente a un medico e riferire agli operatori sanitari di eventuali viaggi nelle settimane precedenti.
È possibile recarsi in Cina?
Il Governo italiano ha deciso di sospendere temporaneamente tutti i viaggi previsti in Cina, fino a nuovo avviso. La ragione principale di questa decisione non è solo il rischio di infezione da 2019- nCoV, ma anche la natura imprevedibile dell’epidemia, il rischio associato di disordini sociali nelle aree colpite o le restrizioni di quarantena, che potrebbero rendere impossibile il ritorno a casa.
Cosa si raccomanda in caso di sintomatologia di ritorno dalla Cina
Rivolgersi immediatamente al personale medico o chiamare il numero verde 1500 attivo presso il Ministero della Salute. Ridurre al minimo i contatti con altre persone e non frequentare posti affollati.
In assenza di sintomi di ritorno dalla Cina
Tenere monitorata la temperatura corporea giornalmente. In caso di rialzo termico contattare immediatamente il numero verde.
unionesarda

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Università di Bergamo concorsi: 8 assunzioni per diplomati

Next Article

Università, 110 e lode per neolaureato con grave disabilità motoria: "Una rivincita"

Related Posts