Piano Sud 2030: come rilanciare gli investimenti in ricerca e innovazione

Credito d’imposta ricerca e sviluppo, rafforzamento degli ITS, potenziamento del Fondo dei Fondi, space economy e startup tecnologiche. Sono gli interventi proposti dal Governo nel Piano Sud 2030 per rilanciare gli investimenti in ricerca e innovazione nel Mezzogiorno.
“Cosa prevede il Piano Sud 2030?” – Gli interventi sono parte integrante della quarta missione del Piano Sud 2030, “Un Sud frontiera dell’innovazione”, il cui obiettivo è supportare il trasferimento tecnologico e il rafforzamento delle reti tra ricerca e impresa, nell’ambito di una nuova strategia di politica industriale.
Nel dettaglio la quarta missione è finalizzata al perseguimento di due obiettivi dell’Agenda ONU 2030:
Goal 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica, per il raggiungimento di livelli più elevati di produttività economica attraverso la diversificazione, l’aggiornamento tecnologico e l’innovazione;
Goal 9 – Imprese, innovazione e infrastrutture, che prevede la transizione ad un’industria sostenibile e il potenziamento della ricerca scientifica.
Nell’ambito di questa missione, per essere coerente con l’Agenda ONU, è necessario attribuire al trasferimento tecnologico una connotazione “green”, in modo da non influire negativamente sugli altri obiettivi di sviluppo sostenibile.
Per raggiungere tali obiettivi il Governo propone due linee di policy:
– il sostegno alla diffusione di ecosistemi dell’innovazione, attraverso la promozione dell’insediamento di startup e l’attrazione di nuove realtà aziendali con caratteristiche qualificanti sull’ambiente economico, sociale e naturale;
– l’incentivo alla collaborazione tra imprese e sistema della ricerca per favorire il trasferimento tecnologico, in partenariato pubblico-privato.
All’atto pratico queste politiche si tradurranno in cinque misure che riguardano: il credito d’imposta in R&S, il rafforzamento degli ITS, il potenziamento del Fondo dei Fondi, la Space Economy e le startup tecnologiche.
Sud Innovazione
Credito d’imposta in ricerca e sviluppo
Per incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese del Mezzogiorno, il Governo propone di affiancare al Piano Transizione 4.0 – introdotto dalla Legge di Bilancio 2020 – un incentivo rafforzato per gli investimenti in ricerca e sviluppo effettuati nelle otto regioni del Mezzogiorno.
L’ambito di applicazione riguarda le misure fiscali di incentivo, sotto forma di credito d’imposta, relative ad attività di ricerca fondamentale, di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico. In particolare, il credito d’imposta si applica:
– alle spese per assumere ricercatori a tempo indeterminato e determinato, con una maggiorazione per i ricercatori giovani al primo impiego;
– alle spese per l’acquisto o la locazione di beni, forniture e software, anche per la realizzazione di prototipi e impianti pilota;
– alle spese per brevetti e servizi;
– alle spese per contratti di ricerca, con una maggiorazione per quelli affidati a università o enti di ricerca pubblici.
L’obiettivo è innalzare il credito d’imposta fino a un’intensità di aiuto pari al 100% dei costi per la ricerca fondamentale, al 50% per la ricerca industriale, al 25% per lo sviluppo sperimentale (con ulteriori incrementi per piccole e medie imprese).
Credito imposta
Rafforzamento degli ITS
Per avvicinare la formazione alle esigenze del mondo del lavoro nelle regioni del Mezzogiorno, la misura – gestita dal Ministero dell’Istruzione – prevede un investimento sugli Istituti Tecnici Superiori (ITS) in due ambiti: da un lato, l’aumento delle risorse a essi destinate; dall’altro lato, il miglioramento delle performance degli ITS sulla base delle indicazioni del rapporto annuale Indire, contribuendo a una specializzazione tecnico-professionale più funzionale alle esigenze del sistema produttivo del territorio. A seguito del monitoraggio realizzato dall’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (Indire) sono stati individuati cinque ITS nelle regioni del Sud che negli ultimi tre anni hanno registrato una valutazione negativa. I cinque istituti saranno oggetto di un’azione di affiancamento con ITS considerati più performanti da Indire, appartenenti alla stessa area tecnologica e allo stesso ambito educativo. Allo stesso tempo, tutto il sistema degli ITS sarà potenziato per favorire la trasformazione digitale e la sostenibilità: in particolare, sarà attivato un piano di azione su riorganizzazione, ottimizzazione delle risorse, potenziamento della rete.
Potenziamento del Fondo dei Fondi
Per aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese nelle regioni del Mezzogiorno è previsto un intervento congiunto tra Ministero dell’Università e della Ricerca e la Banca Europea per gli Investimenti (BEI). L’obiettivo è incrementare la dotazione finanziaria del Fondo dei Fondi creato dall’allora MIUR e gestito dalla BEI nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) Ricerca e Innovazione 2014-2020. Tramite il Fondo di Fondi, BEI seleziona gli operatori finanziari che sostengono i progetti di ricerca e innovazione, fornendo alle imprese strumenti di prestito, equity e quasi-equity, o equivalenti. In questo modo il Governo intende: da un lato finanziare attività di ricerca industriale, di sviluppo sperimentale e di sviluppo e utilizzo delle tecnologie abilitanti fondamentali (Key Enabling Technologies – KETs) per le aree tematiche della Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente (SNSI); dall’altro rafforzare i caratteri di addizionalità degli investimenti agevolati e adeguare i criteri adottati per la selezione degli investimenti, anche con riguardo al profilo di rischio, in linea con le finalità di sviluppo e coesione.
Space Economy
La quarta azione della missione è dedicata alla Space Economy; lo scopo è creare una linea specifica relativa al Mezzogiorno nel nuovo Piano Space Economy del 2020, previa approvazione del Comitato Interministeriale per le politiche relative all’aerospazio e allo spazio. L’azione si concentra sull’intera catena del valore che, partendo da ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti (upstream), arriva fino alla generazione di prodotti e servizi innovativi “abilitati” (downstream: servizi di telecomunicazioni, di navigazione e posizionamento, di monitoraggio ambientale etc.). Particolare impulso sarà dato al trasferimento tecnologico e agli strumenti finanziari per l’accelerazione di startup nel Mezzogiorno.
Startup tecnologiche al Sud
In un’ottica di sviluppo e internazionalizzazione, il Governo intende supportare l’adesione delle aziende tecnologiche e digitali del Sud al marchio MadeIT, in corso di realizzazione. Il marchio supporterà le imprese attraverso programmi di collaborazione reciproca e con incubatori e acceleratori d’impresa italiani e stranieri. MadeIT favorirà inoltre l’introduzione di un sistema semplificato di visti, per consentire una più facile circolazione dei lavoratori del settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Le risorse della politica di coesione potranno essere destinate alle imprese delle regioni meridionali per l’adesione a MadeIT, in maniera complementare all’attività del Dipartimento per la trasformazione digitale, che si occuperà anche di aggregare le misure esistenti di sostegno alle tecnologie innovative.
fasi

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Bimba picchiata dalla bulla a scuola: «La prof e il preside ridevano di lei»

Next Article

Dolce&Gabbana e Humanitas insieme per la ricerca sul coronavirus

Related Posts