Coronavirus e università, a Padova webcam e foto per gli esami scritti

Lo studente si piazza davanti alla webcam del computer (o alla telecamera dello smartphone) per farsi riconoscere e mostrare che sta facendo il compito senza copiare. Quindi, fotografa la prova e la spedisce al professore. Non è fantascienza ma quanto accadrà nei prossimi giorni agli studenti dell’Università di Padova che dovranno sostenere un esame scritto: l’emergenza coronavirus e la conseguente sospensione di tutte le attività fino a domenica 15, infatti, ha spinto l’ateneo a escogitare un modo per garantire il regolare svolgimento di tutte le prove, comprese quelle che non contemplano il confronto orale col docente.

Dopo la prima settimana di chiusura, il Bo si è ritrovato a dover smaltire circa 1.200 esami, per un totale di ventimila studenti iscritti; il punto di riferimento è Zoom, una delle due piattaforme utilizzate anche per la didattica a distanza. Per quanto riguarda le prove orali, il meccanismo è piuttosto semplice: lo studente non deve far altro che collegarsi all’ora concordata, mostrare il volto e un documento di riconoscimento e iniziare la discussione, con gli occhi sempre fissi sulla telecamera per non destare sospetti al docente dall’altra parte dello schermo. Per quanto riguarda gli scritti, l’ateneo ha chiesto di convertirli in orali ma la peculiarità di alcune prove non rende sempre possibile questa soluzione. E così è nata l’idea di fare gli esami scritti in diretta video: «Zoom consente al docente di dividere lo schermo in venti finestre, e quindi di visualizzare venti studenti in simultanea – spiega il prorettore alla didattica Daniela Mapelli – lo studente dà il consenso a essere filmato e posiziona la telecamera in modo da mostrare il volto e la mano che scrive sul foglio, poi quando finisce firma il compito, fa una foto e la spedisce. Il docente inoltre può conservare la registrazione per 48 ore, così può verificare che tutto si sia volto regolarmente».

corriere.it

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