Coronavirus, l'Italia scopre la scuola virtuale ma agli studenti mancano le aule

Mentre si va verso uno slittamento della riapertura delle scuole, la classe virtuale è decollata nel 48,5% per le medie e nel 70,4% delle superiori. Tuttavia, da Nord a Sud, ci si attiva per trovare nuovi modi di condivisione: “Abbiamo scoperto di avere bisogno della scuola”

Intanto sono 8 milioni gli studenti italiani che da settimane studiano da casa grazie alle classi virtuali attivate dalle scuole e all’interazione su registri elettronici, chat e mail con i professori. Materiale didattico e compiti sono sempre disponibili per cercare di andare avanti con il programma all’insegna della continuità.

Come si studia in tempo di emergenza sanitaria? Studenti.it lo ha chiesto a 3.000 studenti attraverso un’indagine sul sito: il 18% di scuola media e l’82% di scuola superiore di secondo grado. Di questi, il 24,3% sono maturandi.

La situazione non è la stessa nei diversi gradi di istruzione superiore né lo è in tutte le regioni d’Italia. Tuttavia, da Nord a Sud, ci si attiva per trovare nuovi modi di condivisione. C’è voglia di fare, di stare insieme: ”con incredibile sorpresa – scrive un professore di Italiano a Studenti.it – abbiamo scoperto di avere bisogno della scuola”.

Secondo i dati dell’indagine, nel nostro Paese la classe virtuale è decollata nel 48,5% delle scuole medie e nel 70,4% delle scuole superiori.

Si tratta tuttavia di una media nazionale dietro la quale si nascondono valori diversi da regione a regione: la più virtuosa è l’Emilia Romagna con una media dell’83,9% di classi virtuali attivate (70% alle medie e 84% alle superiori) seguita, a poca distanza, dall’83% delle Marche (45% alle medie e 82% alle scuole superiori), l’82% del Friuli Venezia Giulia (40% alle medie e 81,5% alle scuole superiori), l’81% dell’Umbria (71% medie, 75% scuole superiori) ed il 77,8% della Lombardia (55% medie e 85% superiori). In coda troviamo il 51% della Calabria (50% medie e 53% scuole superiori), il 50% della Campania (38% medie e 49% superiori), il 46,6% dell’Abruzzo (36% alle medie e 53,5% alle scuole superiori) e, ultimo, il 46% della Sardegna (13% scuole medie e 53,5% superiori).

Chi non ha accesso alle lezioni online si organizza diversamente: il 20,5% (media nazionale) trova compiti e materiale didattico nel registro elettronico, mentre l’11,5% li riceve dai professori via chat o via mail. Tuttavia l’organizzazione della didattica online è – come hanno raccontato i docenti a Studenti.it – un work in progress.

Il 41,5% degli intervistati da Studenti.it si dichiara pienamente soddisfatto di come la sua scuola sta gestendo l’emergenza e organizzando la didattica. Il 46,1% è mediamente soddisfatto e solo un 12,4% non è affatto contento. Secondo il 43,3% degli studenti, manca materiale didattico specifico, come dispense e mappe concettuali, più adatto di altri ad integrare la didattica online. Il 29,7% dei ragazzi vorrebbe avere la possibilità di interagire maggiormente con i docenti, mentre, tra le priorità del 14,8% dei ragazzi, c’è la creazione di corsi di recupero e approfondimento pomeridiani (sempre online).

Come raccontano anche i docenti, in questo momento storico ogni strumento viene considerato utile allo scopo. Solo il 12,9% dei ragazzi continua a studiare esclusivamente sui libri, mentre il 17,5% utilizza materiale didattico fornito dalla scuola. L’11% reperisce materiale online autonomamente, mentre un 7,8% si appoggia ai video che trova su YouTube e su altre piattaforme. La maggior parte degli studenti – il 49,6% – utilizza tutti questi strumenti insieme: libri, materiale didattico trovato online, approfondimenti forniti dai docenti e video.

Riguardo la scuola, la maggiore preoccupazione dei ragazzi in questo momento è rappresentata dal rischio di rimanere indietro con il programma e di iniziare il prossimo anno con importanti lacune (30,5%). Il 28% dei rispondenti sono maturandi che temono di non arrivare preparati alla maturità, mentre il 23,9% dei ragazzi teme di ritrovarsi con voti peggiori rispetto a qualche settimana fa, per la mancanza di supporti adeguati. Il 9,4% si dichiara preoccupato di non poter verificare il livello di apprendimento con compiti in classe e verifiche.

Quello della valutazione è, effettivamente, un tema in sospeso: come sostituire verifiche e compiti in classe? Il Miur, impegnato sul fronte della didattica online, sulla questione non ha dato ancora indicazioni e ogni scuola si sta gestendo in autonomia.

La didattica online non sostituisce la didattica tradizionale. Ne è convinto il 72,8% degli studenti, che però non ritiene si debba allungare l’anno scolastico perché questa esperienza ”sta funzionando”: ”la mia scuola si sta organizzando bene, non perdiamo tempo durante le giornate – scrive Federico – . Lezioni online e compiti assegnati ricoprono interamente l’orario scolastico”. Il 9,5% di loro sarebbe invece favorevole ad uno slittamento della chiusura delle scuole, mentre 17,6% ritiene che le lezioni a distanza sostituiscano pienamente la didattica tradizionale.“

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