Covid-19, Università Trento capofila nella diagnosi a ultrasuoni

Roma, 23 mar. (askanews) – Un articolo pubblicato sul “Journal of Ultrasound in Medicine”, rivista dell’American Institute of Ultrasound in Medicine, mostra tra le prime immagini al mondo da ultrasonografia polmonare in pazienti affetti da Covid-19. L’articolo presenta il risultato del protocollo per la diagnosi di Coronavirus che Libertario Demi, docente coordinatore del laboratorio dell’Università di Trento che sviluppa strumenti diagnostici a ultrasuoni per la salute (ULTRa – Ultrasound Laboratory Trento), ha sviluppato con una decina di equipe cliniche italiane particolarmente impegnate sul fronte dell’emergenza sanitaria. Le tecniche a ultrasuoni (ultrasonografia) – spiega l’Università di Trento – favoriscono, attraverso l’analisi di specifici pattern, la comprensione della gravità di un paziente, e quindi l’applicazione del trattamento migliore. Le onde fotografano i polmoni e ne rivelano lo stato di salute o di alterazione. “Per la prima volta in assoluto viene riconosciuta la validità scientifica delle tecniche proposte. Speriamo di contribuire a fronteggiare questa terribile pandemia” commenta Paolo Giorgini, direttore del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento a cui afferisce il laboratorio. Libertario Demi riferisce inoltre di essere in contatto con un collega della società tedesca di ultrasonografia medica che gli ha chiesto di potersi allineare al protocollo per implementarlo in Germania e spiega che al Gemelli hanno già svolto sessioni per addestrare il personale sanitario all’utilizzo di queste tecniche. “Siamo a disposizione sia per il training sia per l’ulteriore sviluppo di algoritmi di supporto al personale nella gestione di questa pandemia” dichiara Demi. All’Università di Trento, intanto, è arrivata una sonda wireless (fornita da ATL-Ecografi Wireless Milano) su cui saranno installati e testati i software richiesti per fare un ulteriore passo avanti nel facilitare la diagnosi di Covid-19. È una lotta contro il tempo perché l’efficacia dei nuovi strumenti nell’arginare il contagio e nel migliorare la prognosi dipende anche dal momento in cui si potranno utilizzare nelle strutture ospedaliere.

Un articolo pubblicato sul “Journal of Ultrasound in Medicine”, rivista dell’American Institute of Ultrasound in Medicine, mostra tra le prime immagini al mondo da ultrasonografia polmonare in pazienti affetti da Covid-19.

L’articolo presenta il risultato del protocollo per la diagnosi di Coronavirus che Libertario Demi, docente coordinatore del laboratorio dell’Università di Trento che sviluppa strumenti diagnostici a ultrasuoni per la salute (ULTRa – Ultrasound Laboratory Trento), ha sviluppato con una decina di equipe cliniche italiane particolarmente impegnate sul fronte dell’emergenza sanitaria.

Le tecniche a ultrasuoni (ultrasonografia) – spiega l’Università di Trento – favoriscono, attraverso l’analisi di specifici pattern, la comprensione della gravità di un paziente, e quindi l’applicazione del trattamento migliore. Le onde fotografano i polmoni e ne rivelano lo stato di salute o di alterazione.

“Per la prima volta in assoluto viene riconosciuta la validità scientifica delle tecniche proposte. Speriamo di contribuire a fronteggiare questa terribile pandemia” commenta Paolo Giorgini, direttore del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento a cui afferisce il laboratorio. Libertario Demi riferisce inoltre di essere in contatto con un collega della società tedesca di ultrasonografia medica che gli ha chiesto di potersi allineare al protocollo per implementarlo in Germania e spiega che al Gemelli hanno già svolto sessioni per addestrare il personale sanitario all’utilizzo di queste tecniche. “Siamo a disposizione sia per il training sia per l’ulteriore sviluppo di algoritmi di supporto al personale nella gestione di questa pandemia” dichiara Demi.

All’Università di Trento, intanto, è arrivata una sonda wireless (fornita da ATL-Ecografi Wireless Milano) su cui saranno installati e testati i software richiesti per fare un ulteriore passo avanti nel facilitare la diagnosi di Covid-19. È una lotta contro il tempo perché l’efficacia dei nuovi strumenti nell’arginare il contagio e nel migliorare la prognosi dipende anche dal momento in cui si potranno utilizzare nelle strutture ospedaliere.

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