Didattica a distanza fra lezioni annullate e problemi di connessione. Ecco i racconti degli studenti

Già dopo la prima direttiva del governo del 4 marzo, in parte corretta dalla seconda (DPCM dell’8 marzo) e affinata con i successivi e più recenti decreti “Iorestoacasa” e “CuraItalia” anche il mondo della scuola e dell’università si sono adeguati alle direttive legate all’emergenza Coronavirus mettendo in campo la «didattica a distanza».

#LaScuolaNonSiFerma del ministro Lucia Azzolina ha fatto sì che tutti gli enti di formazione mettessero in atto nuove modalità di didattica e che quindi gli studenti delle scuole e delle università potessero svolgere le lezioni tramite videoconferenze e strumenti tecnologici.

Corriereuniv ha sentito gli studenti per capire come sta funzionando questo sistema. Ecco alcune testimonianze.

Emanuela, studentessa in Design all’Università La Sapienza ci ha raccontato che i suoi professori l’hanno contattata tramite il proprio indirizzo email istituzionale universitario, comunicando quelle che sarebbero state le app che avrebbero utilizzato per svolgere le lezioni: Meet per quanto riguarda le video lezioni, e google classromm per le consegne ed eventuali dibattiti.

“In realtà nel mio caso la didattica a distanza è iniziata solo pochi giorni fa, venerdì 13 marzo abbiamo iniziato la prima lezione ma le prime email dai professori sono arrivate già il lunedì 9 marzo, quando ci hanno spiegato le modalità di svolgimento delle lezioni e gli ulteriori libri di testo da comprare” – racconta Emanuela.
“Trattandosi di materie laboratoriali, durante le video lezioni il professore ci chiedeva di intervenire, quando necessario, attivando il nostro audio ed eventualmente la webcam per mostrar lui il lavoro svolto” – ha spiegato – “Per quanto riguarda le pause, nel mio caso non erano vere e proprie pause dall’attività, ma tempo che i professori ci davano per svolgere l’esercizio richiesto. Questo poteva andare dai 10 minuti, se si trattava di qualcosa di semplice, fino a 1 ora in esercizi più complicati”.

Secondo Emanuela, è estremamente difficile seguire le lezioni, in parte a causa delle continue interferenze e difficoltà legate alla velocità di connessione ma anche semplicemente le umane distrazioni legate allo stare a casa propria. L’habitat forse troppo confortevole della propria stanza, o della propria sala da pranzo, sono innegabilmente motivo di distrazione molto più di quella che scaturirebbe in aula di università.
“Tra gli aspetti positivi – ha concluso – sicuramente non si spreca tempo ad andare in sede, ma tutti possono comodamente ascoltare la lezione da casa, in particolare questa situazione agevola chi come me abita lontano dalla sede universitaria”.

Elisabetta, studentessa in Scienze politiche all’Università degli Studi Roma Tre ci ha raccontato, invece, che per il suo corso microsoft team è la piattaforma scelta dai docenti, che essenzialmente è un’applicazione per effettuare conferenze. “Praticamente noi dobbiamo disattivare microfoni e telecamere e vediamo solo il professore che spiega la lezione e condividendoci il proprio schermo ci proietta le slides necessarie”. Per quanto riguarda le domande gli studenti possono utilizzare la chat che il professore ha sempre sotto controllo, solo in rari casi è possibile, al volo, attivare il microfono per porre la propria domanda.

“Ho fatto due lezioni di storia che sono andate molto bene, a parte qualche problema con la condivisione dello schermo, ma niente di che, in 5 minuti si è risolto” – ha aggiunto Elisabetta – “Il professore di statistica invece ha annullato il corso online perché riscontrava molti problemi, non riusciva a condividere con noi la lavagna virtuale dove doveva svolgere gli esercizi”. “Abbiamo fatto anche la lezione di inglese, sempre con microsoft team e tutto è filato liscio” – afferma soddisfatta.
Tra gli aspetti negativi che ci segnala Elisabetta, cosi come quasi tutti gli studenti intervistati, è stata la difficoltà di seguire le lezioni rispetto a quando si è all’università “perché comunque ti distrai molto più facilmente visto che comunque il professore non può vederti”.
“Tra gli aspetti positivi – prosegue Elisabetta – ritroviamo sicuramente il fatto che si tratta di un’ottima alternativa perché praticamente è come stare a lezione, solo che la svolgiamo da casa. Tutto sommato io non ho incontrato grossi problemi, funziona abbastanza bene il sistema anche se comunque ci hanno messo un bel po’ per attivarlo”. I professori comunicano i propri cambiamenti di orario o riguardanti lezioni e per qualsiasi informazione tramite l’email istituzionale o tramite il moodle, un portale di e-learing dove ogni corso ha la sua pagina e dove solitamente i prof caricano slides e esercizi, è sempre facile raggiungerli e comunicare con loro.

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  1. Devo dire che mi sto trovando tutto sommato abbastanza bene con le lezioni online. Sto attualmente seguendo tre corsi, due dei quali sulla piattaforma E-Teams messa a disposizione dall’ateneo ed una su Facebook. I professori sono regolari, gentili e disponibili e sul piano didattico sto sentendo poco gli effetti di questa crisi.

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