Il Politecnico protagonista in una storia di Topolino: un omaggio alla ricerca torinese

Barbara Caputo, professoressa di Ingegneria informatica, sarà una della protagoniste della storia “Paperina e la selezione scientifica”

Il Politecnico di Torino arriva a Paperopoli. Nel numero di Topolino in edicola domani, mercoledì 4 marzo, la professoressa di Ingegneria informatica dell’ateneo torinese, Barbara Caputo, sarà infatti una della protagoniste della storia «Paperina e la selezione scientifica».  La docente, assieme alla collega Luisa Torsi dell’Università di Bari, sarà omaggiata con il personaggio di Barb Quackut. La storia, scritta da Gaja Arrighini e con i disegni di Silvia Ziche, ci porta nel Club delle Ragazze di Paperopoli dove Paperina invita due scienziate della Quack Foundation della Calisota Valley che riusciranno a conquistare con i loro racconti e le loro scoperte non solo le ragazze del club ma anche Archimede, Paperoga e tutti gli abitanti della città dei paperi.
La storia
La storia fa parte di un approfondimento che Topolino – in occasione della Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo – dedica alla valorizzazione delle competenze femminili in ambito scientifico e realizzato in sinergia tra Panini Comics e fondazione Bracco. Il numero 3354 in edicola domani rappresenta dunque un nuovo importante esempio della costante attenzione del settimanale edito da Panini Comics verso le tematiche legate ai numerosi aspetti della scienza, non dimenticando l’intento ludico che da sempre caratterizza l’anima di Topolino. L’iniziativa fa parte del palinsesto «I talenti delle donne», il programma promosso dal Comune di Milano Cultura che per tutto il 2020 proporrà, con approccio multidisciplinare e inclusivo, un percorso sul ruolo femminile nelle diverse discipline creative, con una sottolineatura proprio sulle istanze sociali di mutamento.

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«Investire in ricerca» 
«Mai come in questo momento emerge quanto sia importante investire in ricerca, formare scienziati e avere più donne che studiano le materie Stem. È fondamentale, quindi, scardinare i vecchi pregiudizi, come quello che vede le donne non portate per questi studi, e diffondere la cultura scientifica sin dalla tenera età» ha affermato Diana Bracco presidente di fondazione Bracco. 

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