L’agrigentino fa parte dell’esercito dei neolaureati dell’ateneo bresciano che potranno scendere in campo fin da subito per dare una mano agli ospedali lombardi in affanno“
Una giacca elegante, la tensione a mille ed una laurea anticipata di un mese. Niente discussione in pubblico, niente parenti e soltanto qualche coinquilino che è stato in religioso silenzio: le lauree nei giorni dell’emergenza Coronavirus sono diverse. Una commissione distante ed il pc che diventa il principale interlocutore. Niente chilometri su e giù per l’Italia, ma soltanto quattro passi che ti portano nella stanza più comoda.
Andrea Noto Campanella agrigentino che vive a Brescia, qualche giorno fa, si è laureato su Skype. Una tesi rilegata perfettamente ed una tensione tutta da gestire.
“E’ stato totalmente diverso – ha detto Andrea ad AgrigentoNotizie – dopo tanti sacrifici laurearsi così fa un po’ effetto. Ho discusso la mia tesi via Skype e davanti a me c’erano i miei professori in videoconferenza”.
Andrea Noto Campanella è un agrigentino che si è laureato all’università di Brescia. “Potevo andare a casa, ma ho deciso di rimanere. E’ giusto cosi. Chi ha scelto di andare via dal Nord per raggiungere il Sud per me è stato irresponsabile. Poi, ovviamente, ognuno la pensa come meglio può”.
L’agrigentino, che vive e studia a Brescia, è stato chiamato in anticipo dall’università. Per provare a fronteggiare l’emergenza Covid-19 servono infermieri, subito. “Dovevo laurearmi tra un mese – dice Andrea ad AgrigentoNotizie – ma hanno anticipato tutto. Ovviamente non saremo buttati nella mischia, tutt’altro. Ci sarà prima un affiancamento e poi aiuteremo tutti a fronteggiare questa grande emergenza. Dopo tanti sacrifici non avrei mai posticipato la mia laurea in scienze infermieristiche, però, ovviamente, pensavo che tutto sarebbe stato diverso. Così non è stato, andiamo avanti”.
Lontana, a migliaia di chilometri di distanza, la famiglia di Andrea. “Quando tutto questo sarà finito – dice – faremo una grande festa. Avere la famiglia lontana in queste circostanza non è semplice. Però, doveva andare così. La laurea è un traguardo veramente importante e condividerla è stato diverso. I miei genitori? Avrebbero voluto essere con me, ma non si poteva”.
La mini festa in casa con i coinquilini e nessun’altro, la foto in balcone con la tesi e la corona d’alloro ben conservata. Oggi, nei giorni del Coronavirus, ci si laurea in casa, una proclamazione intima ed una voglia matta di aiutare il prossimo.“