Emmanuel Macron ha abbandonato i toni marziali di quando aveva dichiarato «la guerra» al virus, ieri sera, per annunciare ai francesi che il loro confinamento durerà ancora quattro settimane, fino all’11 maggio. Più vicino ai concittadini e anche più vicino alla telecamera, più diretto, forse anche un po’ più rilassato, con le cifre dell’epidemia che indicano ormai una stabilizzazione (quasi 15 mila i morti) – il presidente ha fissato la data dell’inizio della fase due, la fase della «ripresa» e anche un po’ della «rinascita»: «lunedì 11 maggio» i francesi potranno ricominciare a uscire (ma non gli anziani e le categorie più vulnerabili «invitate a restare ancora confinate, almeno in un primo tempo»), lunedì 11 maggio riapriranno le scuole, asili, elementari, medie e licei, ma non le Università. Sempre da lunedì 11 maggio l’economia ricomincerà a muoversi, riapriranno le aziende, le fabbriche, le industrie, ma non i cinema, i teatri, i ristoranti. Per tornare a una vita davvero normale bisognerà aspettare una data che per ora non c’è. «Mi piacerebbe potervelo dire, ma dobbiamo essere umili: non lo so» ha detto il presidente, che ha concluso invitando tutti a «reinventarsi»: «a cominciare da me» ha detto.
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