Le Fasi 2 e 3 delle università: lezioni online fino a gennaio 2021

Il ministero dell’Università e della Ricerca programma la graduale riapertura degli atenei dopo il lockdown: e lo fa pianificando sia una Fase 2, da maggio fino all’estate, e una Fase 3 che andrà da settembre, con il nuovo anno accademico, fino a gennaio 2021. Un periodo in cui si dovranno continuare a favorire le attività in telepresenza, potenziando le infrastrutture digitali di cui il sistema dispone.

Le università italiane si preparano ad affrontare la Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Anzi, il ministero dell’Università e della Ricerca ha programmato il periodo immediatamente successivo al lockdown in due diversi stadi, progettando anche una Fase 3 che arriva fino al prossimo anno. Un primo periodo, da maggio ad agosto 2020 in cui si dovrà cominciare a riaprire tenendo però conto di rigide misure di sicurezza, e poi una seconda fase, da settembre a gennaio 2021 in cui si dovrà normalizzare il ricorso al digitale in vari ambiti, dai servizi amministrativi, alle lezioni e i laboratori. La normalità post-pandemia, quindi, sarà diversa da quella che conosciamo: in caso di grandi assembramenti, per esempio tra i banchi, si dovrà fare ancora ricorso ai dispositivi di protezione individuali, e in generale ci si dovrà affidare alle tecnologie molto più di quanto non si sia fatto finora.

La Fase 2
In un documento del Miur si delineando quindi la Fase 2 e la Fase 3 del mondo dell’Università e della Ricerca, sottolineando come entrambe queste fasi debbano essere improntate alla sicurezza, così come alla flessibilità a seconda dell’evolversi dell’emergenza sanitaria. Nella Fase 1, da maggio quindi presumibilmente, saranno privilegiate le attività individuali come l’accesso agli uffici o ai laboratori da parte dei singoli. Nel caso in cui un’attività collettiva si rendesse strettamente necessaria dovranno essere adottate stringenti misure di precauzione. Ad ogni modo, si dovrà continuare a favorire la partecipazione da remoto, in telepresenza. Questa dovrà valere sia per gli studenti internazionali, sia per i pendolari, in modo da limitare fortemente gli spostamenti. I servizi amministrativi dovranno essere limitati per quanto riguarda la presenza fisica negli uffici: per questa ragione i sistemi digitali dovranno garantire le attività fondamentali.

La Fase 3

A partire da settembre fino all’inizio del 2021, si prevede una programmazione delle attività che continui a favorire quelle individuali su quelle collettive. A questo punto, le ultime inizieranno ad essere consentite, sempre nel rispetto di alcune norme di sicurezza tra cui la distanza di sicurezza di almeno un metro o l’obbligo di indossare la mascherina. Anche in questa terza fase dell’emergenza si continuerà a favorire la telepresenza, in modo da permettere ad esempio agli studenti di assistere alle lezioni senza provocare assembramenti nelle aule. Si continuerà a potenziare il sistema digitale per quanto riguarda i servizi amministrativi, iniziando un processo di dematerializzazione della burocrazia amministrativa.

Come sarà l’università dopo l’emergenza coronavirus
Qualche esempio pratico aiuterà a immaginare il mondo dell’Università e della Ricerca dopo il lockdown. Nella Fase 2 la maggior parte delle lezioni avverò online, mentre in quella successiva si inizierà a tornare gradualmente tra i banchi garantendo comunque la possibilità di assistere in telepresenza. La questione si complica quando si parla di tirocini e laboratori didattici, più difficile da svolgere attraverso un computer. I laboratori che prevedono un’altra partecipazione saranno rinviati, mentre gli altri inizieranno già nella Fase 2 con opportune misure di sicurezza. I tirocini dovranno essere necessariamente effettuati in presenza per le discipline sanitarie, mentre per il resto dei corsi si ricorrerà a una modalità mista.

Gli esami avverranno tramite Skype fino a settembre. A partire dal nuovo anno accademico, invece, si ricorrerà a una modalità mista. Lo stesso vale per le lauree, che già da diverse settimane ormai si celebrano per via telematica. Da maggio studenti, docenti e personale della Ricerca potrà accedere nuovamente agli uffici, spazi studio o biblioteche, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza.

Per impostare questo tipo di lavoro, sottolinea il ministero, gli atenei dovranno apportare diverse modifiche alla loro normale programmazione. Per prima cosa si dovrà presentare un’offerta didattica che possa essere erogata sia in presenza che in modalità telematica. Poi si dovrà garantire l’accesso agli spazi in sicurezza, cioè rispettando la distanza di un metro e indossando la mascherina. Un elemento importantissimo sarà il potenziamento delle infrastrutture digitali e la dematerializzazione della burocrazia e dei servizi amministrativi. Infine, necessario per il conseguimento di tutti gli obiettivi, si dovrà implementare un piano di formazione di tutto il personale tecnico-amministrativo.

Nel presentare il programma per la Fasi 2 e 3 dell’emergenza coronavirus, il Miur garantisce ad ogni ateneo la possibilità di adottare misure più o meno restrittive di quelle elencate a seconda dello stato dell’epidemia nel territorio, della propria dotazione in tema di infrastrutture, e del numero di studenti e personale.

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