Troppi studenti senza pc: teledidattica a singhiozzo

Didattica a distanza in Puglia, uno scenario tra luci e ombre. Sette genitori su dieci ritengono che questo strumento, approntato dal sistema scolastico regionale per rispondere all’emergenza Covid-19, non sia efficace a incidere sul pensiero critico dei propri figli. Inoltre, ancora molti studenti non riescono ad accedere a lezioni, materiali e verifiche on line: il 15% degli alunni appartiene alle elementari, il 10% alla scuola dell’infanzia, il 4,5% alle medie e il 3% alle superiori.

La motivazione, in 7 casi su 10, deriva dal non avere un pc o un tablet a disposizione. E ancora, 9 studenti su 10 con disturbi specifici dell’apprendimento non sono stati destinatari di specifiche misure che compensassero l’assenza da scuola.
È questo il quadro critico delineato nell’indagine di Uil Scuola Puglia, commissionata all’Istituto per la ricerca accademica, sociale ed educativa Puglia e che ha coinvolto 5.266 famiglie di studenti iscritti alle scuole dell’infanzia, primaria, media inferiore e superiore del territorio regionale.

«Purtroppo, tutti i nostri dubbi sulla capacità del sistema scolastico italiano e pugliese in particolare, di offrire una didattica a distanza efficace ed equa in questo momento di emergenza sanitaria, sono stati confermati dai dati, nonostante gli sforzi immani di tutto il personale commenta Gianni Verga, segretario generale Uil Scuola Puglia . Manca una linea di azione e una visione univoca e, l’impressione è che si proceda a spot, a tentoni, a danno degli studenti e delle loro famiglie, nonché del personale docente e scolastico in generale».

E anche gli 88 milioni di euro stanziati dal Miur e i 2 milioni della Regione Puglia per l’acquisto di device non soddisfano il segretario Uil Scuola, perché si tratta «mediamente, di 11 mila euro a istituto: ciò consentirebbe di acquistare una quindicina di tablet, a fronte di una popolazione studentesca media di 900 alunni per scuola».
I rilevamenti sono stati effettuati nella fascia temporale compresa tra il 29 marzo e il 7 aprile scorsi, a distanza di oltre 20 giorni dall’entrata in vigore del Dcpm che ha determinato la sospensione delle lezioni scolastiche in presenza.

In particolare, quasi 8 scuole elementari su 10 hanno attivato la didattica a distanza, con l’utilizzo di piattaforme e classi virtuali, in cui docenti e studenti interagiscono spesso in sincrono (Weschool, Gsuite, Office 365). Il rimanente 20,8% ha optato per un più soft apprendimento a distanza, che consiste esclusivamente nell’invio di compiti e materiali, attraverso Whatsapp e altri social: in entrambi i casi, l’85% degli alunni sta ricevendo video lezioni dai docenti.

Quel 15% che non riceve lezioni, ovvero 155 famiglie, è sprovvisto di pc, tablet o di una connessione internet. Lo 0,6% degli istituti è rimasto fermo, non erogando alcun servizio didattico.
La metà degli studenti esegue verifiche sulle attività svolte inviando i compiti tramite foto, 3 su 10 lo fanno con metodologie didattiche on line, mentre nell’11% dei casi non sono richieste verifiche. Inoltre, solo nel 12% degli istituti sono state adottate misure specifiche per gli alunni con disturbi dell’apprendimento. Un trend, quest’ultimo, che si ripete in tutte e quattro le fasce di istruzione.

Il livello di istruzione in cui la teledidattica sta andando meglio è decisamente nelle scuole medie: oltre 9 istituti su 10 l’hanno attivata (1.120 scuole), di contro alle 86 che si sono fermate all’apprendimento a distanza e alle 3 che non erogano alcun servizio. Nei primi due casi, il 95% degli istituti sta condividendo con i ragazzini video lezioni, sulle quali il 53% degli alunni risponde con verifiche inviate tramite foto, il 28% con metodologie on line e il 16% con interrogazioni orali on line.

L’88% di licei, tecnici e professionali è a regime con la didattica a distanza (1.362 istituti), 179 si avvale invece dell’apprendimento a distanza, mentre 5 strutture non sono al passo.
Nei primi due casi, oltre 1.500 studenti fruiscono di video lezioni, 720 dei quali invia i propri compiti a casa con strumenti digitalizzati, 502 eseguono test e verifiche on line, 289 rispondono a interrogazioni on line e 35 non sono sottoposti ad alcuna verifica.

Sul prossimo anno scolastico, Verga poi commenta: «Come si farà a garantire una giusta offerta formativa in classi pollaio, rispettando le disposizioni sul distanziamento sociale, con una dotazione organica pressoché confermata a 45.980 posti comuni, appena 66 posti in più sul sostegno e 3.603 posti di potenziamento, di cui 34 in più per l’infanzia?».

orizzontescuola

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