Concorso straordinario ultime notizie, Flc-Cgil: ‘Assumiamo chi insegna già’

La questione legata al prossimo concorso straordinario riservato ai docenti con più di tre anni di servizio ha spaccato in due la maggioranza di governo. Il premier Conte sta assumendo il ruolo di mediatore in una disputa che rischia di far scricchiolare nuovamente l’esecutivo.

Il segretario generale della Flc-Cgil, Francesco Sinopoli, ha rilasciato un’intervista al ‘Fatto Quotidiano‘ di oggi, domenica 24 maggio. Sinopoli ha ribadito come l’assunzione dei docenti attraverso un test a crocette significa sottoporli ad una lotteria.
‘Non è così che si seleziona la qualità – ha dichiarato Sinopoli – Noi non è che diciamo di far scomparire la procedura selettiva, che si terrebbe comunque con l’orale, semplicemente vogliamo togliere i quiz. Tra l’altro siamo in un contesto in cui nessuno è certo di poterli organizzare.’

L’accordo sui concorsi non mette la scuola nella condizione di ripartire il prossimo settembre con il maggior numero possibile di lavoratori stabili

Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL

“L’accordo sui concorsi non risponde all’obiettivo di semplificare la procedura concorsuale e mettere la scuola nelle condizioni di ripartire il prossimo settembre. Ci troveremo di fronte a un nuovo anno scolastico che comincia con oltre 200 mila cattedre scoperte, avvicendamento di supplenti e difficoltà per famiglie e alunni”. Così Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL.

Per il dirigente sindacale: “La procedura straordinaria nasce dall’esigenza di riparare ad un torto che lo Stato ha commesso verso lavoratori precari che lavorano da anni nella scuola con contratti a termine, a dispetto delle norme europee che prevedono la stabilizzazione. Ma l’accordo raggiunto non snellisce la procedura, perché sostituisce il quiz con una prova scritta a risposte aperte, a cui poi seguiranno formazione e prova orale selettiva, con il risultato che i tempi di espletamento del concorso si allungheranno piuttosto che accorciarsi”.

“Il Paese ha bisogno di un sistema scolastico che sia davvero in grado di recuperare il debito maturato nei confronti di studenti e famiglie in questi mesi di sospensione delle attività scolastiche. Senza tutti i docenti in cattedra a settembre, si parte davvero col piede sbagliato”. Conclude Sinopoli.

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