Universitari contro i laboratori chiusi: "Il calcio non può fermarsi, la formazione si?"

Laboratori online o a settembre? Ne segue laurearsi senza tesi sperimentale, con tirocini che potrebbero partire in ritardo e una serie di problematiche. La denuncia di due studentesse

C’è un’Italia che oggi riparte. Valigetta, biglietto del mezzo di trasporto, tutto l’occorrente per lavorare, mascherina, gel igienizzante, si va. C’è un’Italia che oggi riapre la propria serranda, il proprio cancello. Riapre il proprio futuro e la propria speranza, il proprio sogno e il proprio lavoro.

Ma c’è anche chi è chiuso, come la scuola e l’Università. Ma soprattutto chi è chiuso in un mutismo che dura da troppo tempo. E’ il caso delle facoltà scientifiche: qui la didattica a distanza, gli esami online non sono un problema tanto grave. Il problema si chiama laboratorio. La conseguenza si chiama non laurearsi.

“Didattica a distanza sì, esami garantiti anche. Il problema reale è che il ricevimento con i professori non è più un nostro diritto, ma la lacuna sono i laboratori. Nel secondo semestre avevamo delle esercitazioni in laboratorio a posto singolo; il nostro professore sta capendo come farle, si è pensato a dei tutorial ma questa idea è stata scartata. L’esperienza di laboratorio è degli studenti, è per gli studenti”, le parole di Brigida Piergiovanni, studentessa del quarto anno di CTF.

Nelle stesse situazioni tutta l’area scientifico-sanitaria, dalle facoltà di Agraria a Biotecnologie, passando per Farmacia e affini, Biologia e Chimica.

E anche da una studentessa di Chimica arriva l’allarme. “Mi ha stupito l’UniBa per la didattica a distanza e la sua organizzazione. Mi fa rabbia non vivere il laboratorio, vedere che i professori lo hanno sostituito con dei video e relativa bibliografia per descrivere i fenomeni che vediamo: una cosa inutile – è la denuncia di Angelica Germinario, al terzo anno della Facoltà di Chimica, che lancia un problema ben più grave – Dirmi che posso recuperare il laboratorio a settembre significa non far laureare i ragazzi alla prima sessione utile. Ci stanno dicendo che se vogliamo laurearci possiamo farlo tranquillamente, con un a tesi compilativa e non una sperimentale in laboratorio. Questo andrebbe ad intaccare i nostri curriculum: io, di chimica, dovrei accontentarmi di una semplice tesi compilativa?”

Laboratori che in questo momento sono in tutti i media nazionali. Vuoi per l’analisi dei tamponi, vuoi per sperimentare i vaccini. “Le ore in laboratorio non bastano mai, lo garantisco – le parole di Brigida Piergiovanni – Questi laboratori di questo semestre sono così settoriali e cruciali che servono per la mia tesi sperimentale, per un mio futuro lavoro. Farlo online? Farlo a settembre? No, queste per me non sono possibilità giuste. A settembre avrei dovuto iniziare il tirocinio obbligatorio in farmacia, adesso non so più nemmeno se è ancora possibile. Stare al passo delle migliaia di cose che ti accadono in università non è facile, a distanza diventa tutto più amplificato”.

E la rabbia diventa maggiore quando il lockdown diventa più blando e la fase 2 diventa concreta in più settori. “Io sono sempre più delusa dal “sistema Italia”. Io e gli studenti della mia facoltà siamo arrabbiati, delusi: si parla di partite di calcio dal 13 giugno, ogni giorno il calcio sembra il problema dell’Italia. Noi, trenta iscritti totali, di cui in laboratorio a gruppetti di massimo dieci persone siamo costretti a stare in panchina fino al prossimo anno accademico, invece il calcio tra chi gioca, chi allena, chi va in panchina, chi arbitra può riprendere o almeno se ne parla – lo sfogo di Angelica – Non ho la presunzione di dire che da domani debbano essere aperti i laboratori degli atenei italiano, ma almeno vorrei che questo nostro grido arrivi in alto: con un po’ di organizzazione, con le giuste precauzioni, così come si sta aprendo tutto, si potevano aprire i nostri laboratori, tutto questo per la nostra formazione universitaria e per il nostro futuro”

“La nostra formazione” non può bloccarsi, è il grido di allarme delle facoltà scientifiche. La didattica a distanza, gli esami online procedono, mentre i laboratori sono fermi ai primi di marzo. Casa non è il laboratorio. Un video non è un microscopio. L’esperienza online non è l’esperienza sul bancone. Ma ciò che fa male a questi ragazzi che sognavano, magari, di laurearsi anche alla prima seduta utile è che l’università non è il calcio o lo sport in genere.

molfetta

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