Coronavirus, il giallo sulle pagine "copia e incolla" del rapporto Colao

Il famigerato piano di rilancio dell’economia italiana sarebbe un falso. O, meglio, una copia. Anche se parziale. Lo sostiene il sito Roars.it, un blog internazionale di docenti universitari e ricercatori collegato all’associazione “Return on academic research and school”. Ci sarebbe, dunque, un’accusa di auto-plagio dietro il lavoro di Vittorio Colao. L’esperto chiamato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a guidare la task force per la ripartenza viene richiamato all’ordine. Il governo ha presentato il lavoro agli Stati generali convocati a Roma nella cornice di Villa Pamphili. Ma la brutta figura è dietro l’angolo.

Roars (ruggiti in inglese) è presieduta dall’astrofisico Francesco Sylos Labini. Il portale è attivo dal 2011 e, in nove anni, ha pubblicato oltre 4mila articoli. Ieri gli accademici hanno accusato Colao di aver riprodotto nel suo documento conclusivo ampi stralci di un libro pubblicato nel 2017 da uno dei membri della stessa task force. Si tratta del saggio “Salvare l’università italiana, oltre i miti e i tabù”, edito da Il Mulino e scritto da tre docenti universitari: Giliberto Capano, professore di scienze politiche a Bologna. Matteo Turri, insegnante di economia aziendale a Milano. E Marino Regini, professore emerito di sociologia economica alla Statale di Milano. Regini, in particolare, fa parte proprio della task force dell’ex numero due di Vodafone.

A firmare il duro attacco è stato Alberto Baccini, ordinario di economia politica all’università di Siena. Scrive: “Evidentemente per rilanciare l’università dopo l’emergenza Covid, non c’era niente di meglio che rispolverare una ricetta di qualche anno fa”. Ma l’accusa di plagio mossa da Roars non finisce qui. Baccini aggiunge infatti che il libro, e quindi anche il documento della task force governativa, contengono errori evidenti: “I tre dati in croce riportati nel rapporto oltre che essere copiati e incollati, sono pure sbagliati”. Già, perché gli autori del libro originale, sempre secondo il professore, avrebbero preso i dati da un articolo di Lavoce.info, ma senza curarsi di verificare cosa ci fosse veramente scritto.

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