Covid-19, studio rivela: "Pazienti presentano spesso disturbi neurologici"

Da una ricerca svolta interamente all’interno dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata arriva la conferma del fatto che il Coronavirus, oltre alle vie respiratorie, è in grado di attaccare anche il sistema nervoso. Lo studio, recentemente pubblicato su “Brain, Behavior & Immunity”, ha avuto lo scopo di censire e valutare prospetticamente i sintomi neurologici soggettivi lamentati da pazienti affetti da Covid-19.

Frutto della collaborazione scientifica tra la neurologia, le malattie infettive, le malattie respiratorie e la malattia del lavoro dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, – si legge sul sito dell’Ateneo – il lavoro porta le firme di un ampio pool di medici e ricercatori: Claudio Liguori, Mariangela Pierantozzi, Matteo Spanetta, Loredana Sarmati, Novella Cesta, Marco Iannetta, Josuel Ora, Grazia Genga Mina, Ermanno Puxeddu, Ottavia Balbi, Gabriella Pezzuto, Andrea Magrini, Paola Rogliani, Massimo Andreoni, Nicola Biagio Mercuri.

Ad essere valutati sono stati pazienti con infezione da SARS-CoV2, che sono stati diagnosticati e trattati presso il Policlinico Universitario di Roma “Tor Vergata”, centro medico dedicato al trattamento dei pazienti con diagnosi COVID-19. Agli stessi pazienti è stato sottoposto un questionario che richiedeva una risposta, su base anamnestica, di tipo sì o no, per il rilevamento di 13 sintomi neurologici.

“Sono stati studiati 103 pazienti con infezione da SARS-CoV2 – ha spiegato il Prof. Nicola Biagio Mercuri, Direttore dell’UOC di Neurologia – Novantaquattro pazienti (91,3%) hanno riportato almeno un disturbo neurologico. La compromissione del sonno era il sintomo più frequente, seguito da disgeusia (disturbo del gusto), mal di testa, iposmia (riduzione dell’olfatto) e depressione. Le donne si lamentavano più frequentemente di iposmia, disgeusia, vertigini, sensazione di intorpidimento agli arti / parestesia (formicolii), sonnolenza diurna e dolore muscolare. Inoltre, il dolore muscolare e la sonnolenza diurna erano più frequenti nei primi 2 giorni dopo l’ammissione in ospedale. Al contrario, la compromissione del sonno era più frequente nei pazienti con più di 7 giorni di ricovero. In questi pazienti abbiamo anche documentato globuli bianchi più alti e livelli più bassi di proteina C reattiva. Questi risultati di laboratorio sono perciò correlati con l’insorgenza di iposmia, disgeusia, mal di testa, sonnolenza diurna e depressione”.

“Abbiamo quindi concluso – ha aggiunto il prof. Mercuri – che i pazienti con infezione da SARS-CoV2 spesso presentano disturbi soggettivi caratterizzati da una disfunzione del sistema nervoso. Questi sintomi erano presenti fin dalle prime fasi della malattia. Pertanto le proprietà neurotropiche (che colpisce il sistema nervoso) possibilmente proprie del virus SARS-CoV2, possono giustificare l’altissima frequenza dei disturbi neurologici rilevati. Il presente studio rappresenta una importante fase inziale per pianificare ulteriori lavori indirizzati a studiare nel tempo le eventuali conseguenze dell’infezione da SARS-CoV2 sul sistema nervoso centrale”.

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