Erasmus, l'Alma Mater fa accordi di mobilità virtuale con alcune università africane

L’Alma Mater continua a mantenere il primato per numero di studenti che da Bologna scelgono di svolgere un’esperienza di studio all’estero. Il Senato, ieri, per quanto riguarda l’internazionalizzazione si è espresso a favore di nuovi accordi specifici per la mobilità virtuale con la Somali National University SNU (Somalia), la Botswana International University of Science and Technology BIUST (Botswana), l’University of Cape Coast UCC (Ghana), l’University of Zambia UZ (Zambia) e la Kwame Nkrumah University of Science and Technology KNUST (Ghana)

Secondo l’ultima classifica realizzata dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE, relativa al programma Erasmus+ per l’a.a. 2018/19, l’Università di Bologna continua a mantenere il primato in Europa per numero di studenti in uscita (outgoing) che svolgono un periodo di studio all’estero grazie al programma Erasmus+.

Secondo gli ultimi dati, relativi all’anno accademico 2018/2019, gli studenti dell’Università di Bologna partiti in Erasmus sono stati 2.963: il numero più alto tra gli atenei europei. Segue l’Università di Granada e al terzo posto l’Università di Padova. Per quanto riguarda gli studenti in entrata (incoming), l’Università di Bologna è seconda, per solo 18 studenti, all’Università di Valencia. Seguono Lisbona e Granada.

progetti internazionali dell’Alma Mater non si fermano e nonostante l’emergenza sanitaria saranno avviati nuovi accordi con alcune università africane per la mobilità virtuale.

Il Senato dell’Alma Mater infatti, ieri, si è espresso a favore dell’avvio di accordi specifici con la Somali National University SNU (Somalia), la Botswana International University of Science and Technology BIUST (Botswana), l’University of Cape Coast UCC (Ghana), l’University of Zambia UZ (Zambia) e la Kwame Nkrumah University of Science and Technology KNUST (Ghana), nel corso del primo semestre 2020/21 (dato che l’Ateneo garantirà la fruizione della propria didattica in modalità mista e quindi anche da remoto) ma anche di eventuali altri semestri in cui la fruizione online della didattica sarà garantita.

Si tratta di accordi con Università con cui l’Ateneo ha avviato collaborazioni, progetti e scambi di docenti negli ultimi anni per offrire la possibilità a un numero selezionato di studenti di queste università di svolgere un semestre di mobilità virtuale, ovvero di essere registrati come studenti di scambio virtuali presso l’Università di Bologna, frequentare corsi, dare esami e ottenere un transcript of records per il riconoscimento delle attività presso l’università di origine.

Il  processo sarebbe il più simile possibile a quello della mobilità fisica, quest’ultima però è sempre risultata preclusa o comunque molto difficile soprattutto per vincoli economici per gli studenti di queste università. La mobilità virtuale, per quanto non paragonabile a quella in presenza, si svilupperebbe principalmente all’interno degli ambiti tematici dove è già attiva una collaborazione tra docenti locali e docenti dell’Università di Bologna, e rappresenterebbe anche un canale per mantenere le relazioni con le università africane di riferimento in un memento che presenta diverse criticità e rischi di isolamento.

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