Tra le migliori università “giovani” le prime 4 sono asiatiche, in Italia primo il San Raffaele

Le migliori università al mondo? Sono asiatiche: almeno tra quelle con meno di 50 anni di storia.  L’edizione 2021 della classifica Top 50 Under 50 di QS, pubblicata oggi dagli analisti QS Quacquarelli Symonds, vede la Nanyang Technological University (NTU) di Singapore mantenere il suo status di giovane istituzione leader a livello mondiale. NTU è seguita da vicino dalla Hong Kong University of Science and Technology, dalla Coreana KAIST e dalla City University di Hong Kong. Tutte e quattro le prime quattro università – tutte quante asiatiche – hanno anche raggiunto la top 50 mondiale nella classifica generale delle università QS World University Rankings, nonostante la loro formazione relativamente recente. L’Australia, con nove università in classifica tra le prime cinquanta, è il paese più rappresentato.

In Europa la migliore giovane università è la francese Université PSL (Paris Sciences & Lettres), che si è subito affermata come una delle 100 migliori università del mondo in breve tempo da quando ha ottenuto lo status di università collegiale con decreto nel 2019. La sua connazionale, la Sorbonne University, si piazza in ottava posizione, dietro l’Hong Kong Polytechnic University – sesta –  e la Pohang University of Science and Technology della Corea del Sud, in settima posizione. La top ten è completata dall’università finlandese Aalto e dall’università Putra Malaysia. L’età media delle prime dieci università è di 25,4 anni, di cui tre – Université PSL, Sorbonne University e Aalto University – sono state costituite per fondazione o fusione nell’ultimo decennio.

“Dietro la decisione di QS di pubblicare un elenco delle 150 migliori università del mondo, ci sono due riconoscimenti. Il primo è che la reputazione, le risorse e i risultati di livello mondiale sono in genere costruiti nel tempo e, nel settore della formazione universitaria, generalmente occorrono molti decenni se non secoli. Desideriamo illustrare i risultati ottenuti dalle università che non hanno goduto degli stessi vantaggi storici dei loro concorrenti dice Ben Sowter, direttore della ricerca di QS. Sowter continua: “Il secondo è che il settore della formazione universitaria non è statico; è in evoluzione come indicano le tendenze evidenziate da questa particolare classifica. Poiché il mondo deve far fronte a una domanda di
formazione senza precedenti, bisogna creare università che possiano insegnare e ricercare con standard competitivi a livello mondiale. La nostra classifica mostra che, oltre al successo iniziale ampiamente previsto delle fusioni francesi, i più forti sfidanti nelle gerarchie stabilite si trovano nella regione Asia-Pacifico

E le italiane? Sono cinque le università del nostro paese  classificate nell’edizione 2021 della classifica Top 50 Under 50 di QS pubblicata oggi dagli analisti QS Quacquarelli Symonds e di queste tre tra le prime cento. In vetta alla classifica nazionale troviamo l’Università Vita-Salute San Raffaele che si posiziona nella fascia 51-60 a seguito dell’inclusione nel QS World University Rankings dove ha debuttato at 392esimo posto. Seguono l’Università degli Studi di Roma – Tor Vergata (71-80) e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca (81-90). L’Università degli Studi di Brescia e l’Università degli Studi Roma Tre si posizionano nella fascia 101-150.

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