Il chimico Paolo Fattori agli studenti "Ricordate, la chimica è una materia che va vissuta in modo empirico!"

Corriereuniv.it in occasione del lancio delle guide digitali di orientamento, studiate per gli studenti in tempo di Covid ha intervistato Paolo Fattori, chimico, è C.E.O. e Co-Founder di Tiss’You, Regenerative Company che si occupa a 360° di medicina rigenerativa: centro di sviluppo e produzione di tessuti biologici e sintetici, clinica di ultima generazione (Tiss’You Care Clinic) e centro di Alta Formazione (Skill Lab).

Ci può spiegare in breve come scelse il suo percorso di formazione superiore. Già negli anni adolescenziali nutriva interesse per la chimica?

Fin dalla prima infanzia sono stato attratto dal comportamento della materia. Ero incuriosito dai comportamenti dei liquidi e amavo giocare con l’acqua. A 6 anni diedi fuoco al tappeto di casa però, presi un solvente che mio padre usava per lavoro e lo misi su un fazzoletto. Osservai che dopo pochi secondi il fazzoletto si asciugò completamente. Provai ad avvicinare una fiamma. Fu in quell’istante che presi coscienza dell’esistenza dei liquidi basso bollenti. Per fortuna riuscii a spegnere l’incendio senza troppi danni. In seguito mi appassionai agli esperimenti del “Piccolo Chimico”, un gioco della Clementoni che negli anni 80 conteneva ancora sostanze pericolose come il permanganato di potassio e con il quale si potevano fare esperimenti interessanti sulle ossido-riduzioni. Oggi la sostanza più pericolosa presente nel “Piccolo Chimico” è un acido debole. Scelsi così di frequentare il liceo scientifico ed ebbi la fortuna di incontrare docenti preparati e capaci di trasmettere l’amore per la Chimica.

Lei è C.E.O. e Co-Founder di Tiss’You, Regenerative Company che si occupa di medicina rigenerativa. Può descriverci il percorso che l’ha portata a fondare questa società? 

Durante gli ultimi anni di studio all’università, fui attratto dalla Biochimica e in particolare dallo studio delle proteine. Mi fu proposta dal docente della materia una tesi incentrata sullo studio del proteoma di un batterio, un organismo semplice e ottimo modello biologico per comprendere la complessità degli organismi. Grazie al metodo scientifico appreso sui banchi di scuola e alle tecniche analitiche imparate sul campo, sono riuscito, negli anni post universitari, a mettere in pratica ciò che avevo studiato e ad approcciare le problematiche dei vari settori in cui ho lavorato, con un metodo analitico consolidato. Dopo un dottorato in Scienze Bio-Chimiche, sempre incentrato su lavori di proteomica, ebbi la possibilità di collaborare con altri gruppi di ricerca di fisiologia specializzati sulle cellule endoteliali vascolari ed in seguito fui assunto come Responsabile Tecnico in una azienda del Biomedicale. L’esperienza universitaria prima e nell’industria dopo, mi hanno permesso di approcciare il mondo del Biomedicale con un punto di vista diverso, rispetto a quello degli specialisti del settore. Sono uno dei pochi chimici che lavora in ambito biomedico. In questo settore le figure professionali chiave sono i biologi, gli ingegneri biomedicali e i medici ovviamente.

Di che cosa si occupa esattamente la medicina rigenerativa? 

La medicina rigenerativa è una disciplina che sfrutta le capacità autorigenerative del nostro organismo per curare difetti del tessuto dell’organismo. Il concetto è molto semplice, per rigenerare un tessuto danneggiato servono cellule. Esse hanno necessità di nutrimento e ossigeno, quindi di sangue, e di una impalcatura su cui legarsi per ricostruire i tessuti. Tiss’You è nata con l’idea di fornire ai chirurghi tutti gli elementi necessari a soddisfare il modello rigenerativo sopracitato.  Insieme ai miei collaboratori, abbiamo sviluppato un  kit per il recupero di cellule  staminali mesenchimali dal tessuto adiposo, capaci ancora di differenziarsi nei tessuti connettivi o kit per il recupero di monociti (globuli bianchi più numerosi) dal sangue periferico. Parallelamente abbiamo sviluppato scaffold (impalcature) sia sintetici che biologici che, una volta impiantati, permettono alle cellule di ricostruire il tessuto danneggiato.

Da quali figure professionali è composto il team di Ricerca e Sviluppo?

Il team della Ricerca e Sviluppo è composto da biologi, biotecnologi, chimici, ingegneri biomedicali e medici. L’interdisciplinarietà è l’elemento chiave. L’iperspecializzazione ha portato alla necessità di creare gruppi di lavoro che affrontino le varie problematiche da punti di vista diversi, ma complementari al tempo stesso.

Secondo lei quali sono le conoscenze e capacità di entrata necessarie per lo studio della Chimica?

I primi anni del Corso di Laurea in Chimica riprendono sostanzialmente il programma delle scuole secondarie di secondo grado, ampliando ovviamente gli aspetti principali della Chimica Inorganica, Organica, Fisica e Analitica. Gli anni della propedeutica richiedono una buona capacità mnemonica ed un metodo di studio consolidato. Questa materia però ha bisogno di essere vissuta in modo empirico e fortunatamente molti dei nostri atenei forniscono agli studenti corsi pratici in laboratorio fin dal primo anno. Nelle ore di laboratorio si ha la possibilità di sperimentare anche le proprietà organolettiche dei composti chimici, che saranno un bagaglio di esperienza per tutta la vita.

Quale sono i campi di ricerca e di sviluppo relativi alla chimica che avranno un maggiore impatto mercato del lavoro e sulla società?

La parola chiave in tutti i settori è sostenibilità. Oggi il chimico è chiamato a studiare, in qualsiasi ambito esso si trovi, a rendere i processi o i prodotti sostenibili per l’ambiente e per l’economia.  Ogni settore merceologico ha dei trending topics. Ad esempio, per le materie plastiche o per i surfattanti, si ricercano processi efficienti per la produzione di materiali riciclabili o biodegradabili. Nell’ambito medicale si ricercano materiali e device che siano efficaci, ma sostenibili dal punto di vista economico per i sistemi sanitari nazionali. L’esperienza Covid-19 ha messo a nudo la fragilità dei sistemi di molti settori; è facile prevedere una impennata, nei prossimi anni, della richiesta di molecole antibatteriche e antivirali in ogni forma: prodotti farmaceutici, presidi medico chirurgici, dispositivi medici, prodotti per la pulizia. L’investimento in Ricerca e Sviluppo sarà fondamentale anche per la sopravvivenza delle piccole medie imprese. 

Quali sono i trend di ricerca più rilevanti per la società odierna?

I trend di ricerca più seguiti oggi sono quelli legati alle tecniche di stampa 3D, dove informatici, ingegneri e bio-chimici collaborano per realizzare idee nel vero senso del termine. L’immagine dell’industria produttiva del modello di fine ‘800 scompare a favore di cluster flessibili, multi-competenti e ad alto contenuto tecnologico ed innovativo.  

Un diplomando/a che si appresta alla scelta formativo-professionale, quali elementi primari dovrebbe considerare?

In primis deve tener conto della passione. Non ha senso scegliere un corso di laurea per le probabilità di impiego che esso promette. Il mercato del lavoro è altamente instabile, ma se si seguono le proprie passioni, allora si avrà una maggiore probabilità di eccellere nel proprio campo e offrire alla collettività il meglio del proprio potenziale.

Amanda Coccetti

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