Scegliere Lettere – Il requisito più importante è la curiosità disciplinare, avere il desiderio della scoperta e della conoscenza. Parola all'esperta Nelly Creazzo

Corriereuniv.it in occasione del lancio delle guide digitali di orientamento, studiate per gli studenti in tempo di Covid ha intervistato Antonietta (Nelly Creazzo), Assessore alla Cultura del Comune di Polistena (RC), musicista, insegnante di materie letterarie presso il Liceo Statale Giuseppe Rechichi.

Secondo lei quali sono le conoscenze e capacità di entrata necessarie per lo studio di Lettere?

Personalmente credo che il requisito più importante sia la curiosità disciplinare, avere il desiderio della scoperta e della conoscenza. Ciò vale, ovviamente, per qualsiasi campo di studio ma a maggior ragione, a mio avviso, per una facoltà come Lettere: è fondamentale una grande motivazione, una grande spinta ad approfondire ciò che magari ci ha affascinati nel corso degli studi della scuola secondaria, un gran desiderio di scoprire ciò che può offrire quel “nuovo” luogo educativo, di conoscenza e di esperienza che è l’Università. Oltre a questo, che definirei un prerequisito, dovrebbe essere scontato il possesso delle basi disciplinari, delle competenze che ne costituiscono i cardini strutturali: almeno una sufficiente conoscenza dei contenuti e una buona competenza in lingua italiana (capacità di comprensione e analisi di testi di vario tipo, di espressione orale e produzione scritta). La conoscenza del greco e del latino è ovviamente indispensabile per chi sceglie l’indirizzo classico, fermo restando che sono comunque materie che, indiscutibilmente, arricchiscono il bagaglio culturale di uno studente di Lettere, indipendentemente dalla curvatura del piano di studi. I vari corsi di Lettere organizzano, comunque, dei corsi di greco e latino di base per chi ne abbia necessità o semplicemente desideri colmare una lacuna formativa.

Lei è musicista, assessore alla cultura, laureata in lettere, come è riuscita/riesce a conciliare i suoi molteplici interessi?

Sin dagli anni di liceo e per buona parte degli studi universitari, ho dovuto imparare ad organizzare il mio tempo per poter conciliare gli studi musicali con quelli scolastici, prima, e quelli universitari, dopo. Sono quindi abituata a conciliare diversi impegni. La musica, la letteratura, la danza, le arti in genere, sono al centro dei miei interessi da sempre. Credo che se si avverte il bisogno di nutrirsi con qualcosa di cui si sente una profonda necessità, se cioè quel qualcosa risponde ad un’esigenza interiore, si riesce a trovare un modo per conciliare i vari impegni.

Ci può descrivere in breve, la sua carriera formativo-professionale?

Dopo gli studi liceali (ho frequentato il liceo scientifico), ho trascorso due anni studiando esclusivamente pianoforte, cui volevo dedicare tutte le mie energie. Sentivo, tuttavia, che l’esperienza universitaria mi mancava, così decisi di iscrivermi alla facoltà di Lettere di Sapienza Università di Roma. Contemporaneamente, ho proseguito gli studi di pianoforte privatamente, conseguendo il Diploma, come si chiamava allora. Parte integrante del mio percorso universitario è stata l’esperienza di studio all’estero, realizzata grazie al programma “Erasmus”, presso il King’s College a Londra.

Dopo la laurea, avevo iniziato a svolgere brevi supplenze nella scuola pubblica, che tuttavia non mi consentivano di mantenermi. A circa un anno e mezzo dalla laurea, ho avuto l’opportunità di entrare a lavorare presso una Società del Gruppo Ferrovie dello Stato, dove sono rimasta per circa due anni e mezzo. Dopo un master in ICT e una breve ma importantissima esperienza nella redazione di un Festival nazionale di cinema e letteratura, ho partecipato a due concorsi a cattedra, vincendoli entrambi. Attualmente sono insegnante di ruolo di Materie letterarie nelle scuole secondarie di secondo grado.

La musica ha continuato a far parte della sua vita?

Durante tutti questi anni non ho mai smesso di studiare e di occuparmi di Musica, dedicandomi a quella che è diventata la mia grande passione, il jazz, che ho studiato prima privatamente, poi in Conservatorio.

Gli ultimi cinque anni mi hanno visto impegnata sul fronte politico-amministrativo: ricoprire l’incarico di assessore alla cultura nel mio Comune è un’esperienza altamente formativa, sotto il profilo umano e professionale, alla quale mi sto dedicando con impegno e passione, cercando di portare, anche in questo contesto, il mio bagaglio di formazione ed esperienza, per metterlo al servizio dei miei concittadini.

Un diplomando/a che si appresta alla scelta formativo-professionale, quali elementi primari dovrebbe considerare?

Non è affatto semplice rispondere a questa domanda, poiché a diciotto anni si può essere davvero molto confusi sulla scelta da compiere, per tutta una serie di fattori. Occorre capire bene quali siano le attitudini personali, cos’è che stimola la propria curiosità intellettuale e che appassiona e, naturalmente, studiare al meglio delle proprie possibilità.

Di fronte alle tante incertezze del futuro, tanto vale dedicarsi bene a ciò che piace, mettendoci tutte le energie e l’entusiasmo di cui si è capaci. La chiave potrebbe essere privilegiare le proprie inclinazioni, senza fare troppi ragionamenti su quelli che potrebbero essere i successivi sbocchi lavorativi; studiare con una forte motivazione può contribuire al successo formativo (e, ci si augura, professionale) di più che dedicarsi a qualcosa che corrisponde poco alla propria personalità e alle proprie attitudini.

Riguardo alla scelta della sede universitaria, può essere utile valutare, oltre all’offerta didattica più adatta alle proprie esigenze, anche la qualità didattica dell’Istituto, nonché l’offerta extracurriculare dell’ateneo (come seminari, masterclass, corsi vari) e la sua capacità di mettere lo studente, attraverso attività mirate, in relazione con ciò che sta studiando.

Come decise di iscriversi a Lettere?

Mi convinse l’ampia offerta formativa della facoltà dell’ateneo romano che allora era strutturata in molti Dipartimenti e oltre ventiquattro sub-indirizzi, tra cui quello da me scelto (Storia della Musica, sotto la guida del compianto Prof. Pierluigi Petrobelli, presso il Dipartimento di Studi Glotto-antropologici e musicali).

Una parola di augurio alle future matricole?

Quello universitario è uno dei percorsi cruciali dell’esistenza. Vi auguro di viverlo con pienezza e con la gioia che solo la consapevolezza della crescita personale può dare.

Amanda Coccetti

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