Accademia delle Belle Arti – il professor Barone: “Fondamentale è il patrimonio culturale”

Corriereuniv.it in occasione del lancio delle guide digitali di orientamento, studiate per gli studenti in tempo di Covid ha intervistato Angelo Barone, docente di Anatomia Artistica, Accademia delle Belle Arti di L’Aquila.

Secondo lei quali sono le conoscenze e capacità di entrata necessarie per affrontare un percorso all’interno dell’Accademia delle Belle Arti?

Fondamentale è il patrimonio culturale di ogni persona è l’apertura verso di esso; soprattutto nei primi anni, c’è una rispondenza maggiore negli studenti che non provengono dall’artistico, poiché questi ultimi, a volte, mostrano una presunzione di conoscenza, dando per assodato capacità che non possiedono, in particolare dal punto del visto teorico. Inoltre da considerare che in un mondo dominato dal confronto digitale in cui la geografia si è allargata, è necessario aprirsi a nuovi orizzonti che partono dalla conoscenza e dalla curiosità nei confronti dell’arte contemporanea

Quali sono gli elementi essenziali dell’arte?

L’arte è forma, ma soprattutto si esprime attraverso un linguaggio che bisogna essere in grado sia di articolare che di decodificare affinché sia un confronto e un dialogo tra artista e fruitore dell’opera. All’espressione artistica soggiacciono una vasta gamma di linguaggi e campi del sapere, come la filosofia, la sociologia, la letteratura, la storia delle religioni, il sapere scientifico.  La responsabilità dei docenti è quella di consegnare, condividere, i diversi aspetti che compongono la visione. Quello che chiedo a miei studenti è di lavorare su piani interdisciplinari e nelle varie forme di espressione: fumetto, grafismo, pittura. Tutti linguaggi che vanno bene. 

Ci può descrivere la sua materia “Anatomia artistica”?

Si tratta di tipo di lavoro sul corpo. Quest’anno è la prima volta che insegno al triennio; quando ero all’Accademia di Firenze, ero al biennio e insegnavo illustrazione. Lì per esempio feci un corso sulla sinestesia in cui convogliavo altre modalità di senso (suono, gusto) nella composizione e percezione delle immagini. All’inizio di quest’anno avevo impostato programma sulla relazione tra corpo e spazio che, alla luce della pandemia, ho modulato come diario di prossimità, vale a dire come il corpo viva la relazione con gli oggetti a lui prossimi. Quali sono gli oggetti che trascuriamo e quelli che sentiamo vicini. Si riflette sul concetto di spazio, come estensione del corpo. Gli studenti e le studentesse hanno partecipato con entusiasmo a quest’attività, sviluppando la tematica sia attraverso la pittura, l’illustrazione che la fotografia. 

Una parola di augurio alle future matricole?

Di costruire delle complicità con i professori, con i loro coetanei. Complicità e confronto; elementi che ti danno la misura di quello che sei, così come l’osservazione di tutto ciò che ci circonda, senza pregiudizio, con uno sguardo tollerante verso il mondo. Avvicinarsi alle espressioni artistiche e non, con pazienza, cercando di capire i concetti che le generano. Sarebbe auspicabili porsi le domande adeguate che favoriscono la nostra capacità di avvicinamento alle cose che non conosciamo. 

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