5,6 milioni di studenti tornano in classe. Azzolina: "Temperatura si misura a casa. Mi fido delle famiglie"

A Roma sono 121 gli istituti che riprenderanno le attività, nelle altre province del Lazio si riaprirà a scaglioni. Zaini in spalla, mascherina d’ordinanza e, spesso, un genitore al fianco: così riparte la scuola per 5,6 milioni di studenti italiani in 13 regioni. Ancora lontani dai banchi, fino al 24, in Calabria, Campania, Abruzzo, Puglia e Basilicata. La Sardegna riaprirà martedì 22 settembre.

Il ritorno a scuola segna un “giorno importante per tutta la comunità nazionale. Con fiducia e entusiasmo guardiamo a questo giorno importante, non ci nascondiamo le criticità ma continueremo con il monitoraggio e già questa sera, anche con la ministra Azzolina, faremo un primo bilancio. Sulla scuola stiamo investendo a dispetto della pandemia”. Così il premier Giuseppe Conte, lasciando la sede dell’ambasciata della Santa sede dopo aver presto parte a un evento sul Cardinale Achille Silvestrini, scomparso un anno fa. A chi gli domanda se arriveranno le mascherine biodegradabili, “cercheremo di fare tutto, anche questo”, replica il presidente.

“Gli studenti hanno tanta voglia di tornare in classe e riappropriarsi della socialità. Questo sarà un anno complesso, lo sappiamo, ma abbiamo lavorato tanto e costruito una strategia di prevenzione che funzionerà se ognuno farà responsabilmente la propria parte. Essere a Vò è un segnale importante per un territorio che ha sofferto ma che non ha mai abbandonato gli studenti. Sarà una bellissima giornata”. Così la Ministra Lucia Azzolina, stamani, ad Unomattina, augurando buon anno scolastico a studenti e studentesse. Nel pomeriggio è atteso nel paese simbolo della pandemia anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Inizio la scuola con 20mila cattedre vuote in Piemonte, 20mila insegnanti che mancano, soprattutto quelli di sostegno. Nell’anno del Covid, e con tre mesi di tempo, è ingiustificabile». Lo afferma il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. «In Piemonte ci sono bambini che hanno la necessità di essere assistiti – aggiunge intervistato da Sky – e che questa mattina non hanno trovato l’insegnante. In un Paese civile non è accettabile«.

Primo giorno di scuola anche per il figlio del premier Giuseppe Conte, Niccolò, arrivato questa mattina alla scuola media Belli -Col di Lana, nel quartiere Prati, dove frequenta la classe terza. I ragazzi sono stati accolti dalla dirigente scolastica. Il presidente del Consiglio, atteso da telecamere e giornalisti all’entrata dell’istituto, non si è visto. «L’ho accompagnato, poi l’ho lasciato da solo all’ultimo miglio», ha spiegato il premier. 

Complessivamente sono 8,3 milioni le studentesse e gli studenti che rientrano quest’anno tra i banchi: 7.507.484 negli istituti statali, ai quali si aggiungono i circa 860 mila delle paritarie. Quelli delle scuole statali saranno distribuiti in 369.048 classi. Di questi, 876.232 sono iscritti alla Scuola dell’infanzia, 2.384.026 alla Primaria, 1.612.116 alla Secondaria di primo grado, 2.635.110 alla Secondaria di secondo grado. Si registra un leggero calo degli alunni: lo scorso anno erano 7.599.259. Sempre nella scuola statale, studentesse e studenti con disabilità aumentano dai 259.757 di un anno fa ai 268.671 di quest’anno. Di questi, 19.907 frequenteranno la Scuola dell’infanzia, 100.434 la Primaria, 70.431 la Secondaria di primo grado, 77.899 la Secondaria di secondo grado. Nelle Secondarie di II grado statali 1.327.443 ragazze e ragazzi frequenteranno un indirizzo liceale, 830.860 un Istituto tecnico, 476.807 un Istituto professionale.  

Buona scuola a tutti. Oggi, ai ragazzi, alle famiglie, agli insegnanti e a tutto il personale scolastico, ai presidi, occorre tanto coraggio e fiducia nel futuro per tornare a scuola, perché niente è come prima del contagio che ci ha colpito. Avere paura è un sentimento naturale ma dobbiamo tutti trovare la forza per iniziare anche quest’anno e affrontare con razionalità, solidarietà e spirito di collaborazione i problemi che mano a mano che si presenteranno. Insieme possiamo lottare per non lasciarci travolgere dal virus e scoprire di essere una collettività che vuole la sicurezza e la salute e crede nell’educazione dei propri ragazzi. Siamo chiamati ad una prova difficile. Io sono sicuro che ce la faremo e che i primi a capire saranno proprio i nostri ragazzi». Lo afferma il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, in un post su Facebook.

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