Continua lo sciopero della scuola: studenti in piazza: "Azzolina disastro annunciato"

Scioperi e manifestazioni di piazza: la scuola è, di nuovo, in sciopero. Con il suo avvio a singhiozzo, il grave deficit di docenti in cattedra e di nomine per i supplenti, i profondi ritardi del Sud, oggi, dopo l’avvio di ieri, ci sarà un’altra ferma per docenti e personale amministrativo iscritti ai sindacati CobasSardegnaUnicobasUsbCub e Osa. Alcune di queste sigle hanno indetto sciopero, tra l’altro, anche per l’università e la ricerca.

I sindacati di base chiedono un investimento sulla scuola di “almeno 15 miliardi di euro”, una riduzione del numero degli alunni per classe (un massimo di quindici), un piano straordinario per l’edilizia scolastica che preveda il recupero del patrimonio immobiliare pubblico sfitto, l’assunzione immediata di tutti i precari e l’estensione del tempo pieno in ogni regione d’Italia.

Pierpaolo Leonardi, dell’esecutivo Usb, ha dichiarato: “Nella scuola si studia e si lavora in totale emergenza: classi pollaio, mancanza di banchi e di dispositivi di sicurezza, decine di migliaia di cattedre vuote, insegnanti precari ancora in attesa di essere chiamati, personale Ata insufficiente rispetto ai nuovi compiti, dirigenti obbligati ai salti mortali per aprire i singoli istituti”.

Scrivono i Cobas scuola: “Malgrado il governo e la ministra Lucia Azzolina abbiano fatto, a chiacchiere, di tutto per rassicurare sul regolare avvio del nuovo anno scolastico, la stagione si è riaperta nella totale incertezza sia dal punto di vista didattico che sanitario. Nonostante il governo abbia avuto, dal giorno del lockdown a oggi, sei mesi per varare un massiccio piano di investimenti per migliorare e mettere in sicurezza le strutture scolastiche, non c’è stato alcun finanziamento straordinario serio, nessun recupero di strutture pubbliche dismesse per aumentare il numero delle aule, né l’indispensabile riduzione del numero di alunni per classe”. Ancora: “Le ventilate 84.000 assunzioni sono di là da venire; non è stato stabilizzato il personale precario e si è aggiunto il vergognoso pasticcio delle Graduatorie provinciali per le supplenze pubblicate con una valanga di errori e conseguenti ricorsi”. Sullo sciopero dei sindacati di base per oggi e domani, va registrato, c’è una forte irritazione in molte famiglie italiane.

Il Comitato Priorità alla scuola ricorda, quindi, la manifestazione nazionale che si svolgerà sabato 26 settembre a Roma, in Piazza del Popolo, alle ore 15,30, e a cui aderiscono i sindacati che in queste stagioni si riconoscono nell’impostazione confederale, Flc CgilCisl ScuolaUil scuolaSnalsGilda, e gli stessi Cobas scuola. Aderiscono le principali associazioni studentesche e molte associazioni del civismo laico. Si legge nella lettera-manifesto che apre la manifestazione: “La riapertura è un disastro annunciato, carenza di docenti, spazi, personale Ata e tanta confusione sulle regole sanitarie e il distanziamento sociale. Da trenta città italiane partiranno i pullman per protestare contro la Didattica a distanza come strumento scolastico ordinario, contro la modalità mista nelle scuole di secondo grado, contro la riduzione delle ore didattiche da 60 a 40-50 minuti”.

Il Comitato Priorità alla scuola chiede che il diritto allo studio sia garantito a tutti, bambini e ragazzi, in ugual misura. “Purtroppo, durante la pandemia, la didattica a distanza ha penalizzato migliaia di alunni aumentando le disuguaglianze sociali, economiche e culturali. Nonostante l’indiscutibile fallimento della didattica a distanza, nei primi giorni di scuola è stata introdotta ancora in modo massiccio”. Il Comitato denuncia, tra le altre cose: “Il numero di personale docente è inferiore a quello promesso; c’è un’enorme carenza di ambienti e di spazi, che in molti casi, soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado, devono essere ancora trovati; le nuove procedure per gli incarichi di supplenza sono state elaborate in ritardo, sono farraginose e piene di errori; non ci sono prevenzione sanitaria, tamponi veloci, né infermerie scolastiche; mancano gli insegnanti di sostegno e il trasporto pubblico non è stato potenziato”.

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