Le regole sulle mascherine a scuola: chirurgica o di stoffa? Quando indossarla?

«Lo so che è fastidioso tenere la mascherina però serve per garantire la vostra salute e quella dei vostri genitori e dei vostri nonni. Dovete essere il più possibile responsabili quest’anno, poi tutto passerà». Con questo appello la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha chiesto mercoledì agli studenti di rispettare le regole di sicurezza imposte dall’emergenza: la mascherina non va messa in classe, ma per il resto del tempo a scuola sì.

A scuola sì, in classe no

Secondo le indicazioni del ministero della Salute si deve indossare all’ingresso a scuola, sulle scale, nei corridoi, durante l’intervallo, per andare al bagno e da fermi in tutte le occasioni in cui il distanziamento di un metro non è possibile. Il Comitato tecnico scientifico fa una distinzione fra grandi e piccoli. Per i bambini della scuola elementare togliere la mascherina al banco ha un valore anche didattico: «Per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità (bambini seduti al banco) con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (come il canto)». Per gli studenti delle medie e superiori invece la mascherina al banco non è richiesta almeno finché dura l’attuale «situazione epidemiologica di bassa circolazione virale».

Quale mascherina?

Secondo gli esperti della Salute «gli alunni dovranno indossare una mascherina chirurgica o di comunità di propria dotazione», eccezion fatta per i minori di 6 anni e per gli alunni disabili la cui condizione renda impossibile l’uso di questo dispositivo. Il Cts consiglia quella chirurgica, visto che il governo ne distribuirà 11 milioni al giorno alle scuole (costo: più di un milione di euro al giorno, oltre cinque alla settimana). Ma non ha voluto imporne l’obbligo per tre motivi: il primo è che se per caso la scuola non dovesse averne per tutti, l’acquisto in farmacia sarebbe a carico dei genitori. Il secondo è un motivo legato alla didattica e all’aspetto psicologico: poiché anche quelle di stoffa fungono da barriera, specie per i bambini più piccoli è più adatto l’uso di mascherine colorate e leggere non quelle dei dispositivi ospedalieri. Infine c’è un problema logistico: chi distribuisce all’ingresso le mascherine? Ci vorrebbe un operatore che controlla e ferma chi non è in regola. Ma poiché si è deciso di non misurare la febbre per evitare code in entrata lo stesso vale per la mascherina.

Lungo il tragitto

Se gli alunni compiono il tragitto casa-scuola a piedi non devono mettere la mascherina. Se invece utilizzano dei mezzi di trasporto pubblici (autobus, tram, metropolitane o treni) allora scatta l’obbligo di indossarla: anche in questo caso è ammesso qualsiasi tipo di mascherina.

Le mascherine per gli insegnanti

Per insegnanti e personale ausiliario e di segreteria è previsto, invece, l’uso della mascherina chirurgica in quanto si tratta di persone soggette alle regole per la prevenzione dei lavoratori della pubblica amministrazione. La mascherina va cambiata ogni 4 ore. Alla cattedra, durante la spiegazione, l’insegnante può toglierla, anche per favorire la comunicazione con gli studenti. Per questo è stata data indicazione di lasciare tra cattedra e primo banco uno spazio che è il doppio rispetto alla distanza di sicurezza tra i banchi: avendo gli studenti ad almeno 2 metri, l’insegnante non dovrebbe correre particolari rischi.

I bambini più piccoli

Per i bambini dei nidi e delle scuole dell’infanzia la mascherina non è prevista. Saranno invece gli operatori e gli insegnanti a poter indossare ulteriori dispositivi come la visiera e i guanti nelle situazioni di maggior rischio. Il Cts sta valutando la possibilità di dotare gli insegnanti di mascherine trasparenti che rendano visibile il viso e la bocca e che aiuterebbero l’interazione con i più piccoli.

Misure più drastiche

Non è detto però che queste regole durino tutto l’anno e ovunque. Ci potranno essere situazioni che «potranno determinare una modifica delle raccomandazioni» del Cts. Se in una Regione o in un Comune ci sarà un focolaio o un aumento molto importante di casi l’autorità sanitaria, cioè la Asl, potrà «prevedere l’obbligo della mascherina anche in situazioni statiche con il rispetto del distanziamento».

Le sanzioni

Cosa succede se uno studente trasgredisce le norme anti-Covid? Mario Rusconi, presidente dell’Anp Lazio, spiega: «Lo statuto degli studenti di ogni scuola prevede una gradazione di interventi che possono andare dal richiamo all’avviso ai genitori, dai lavori socialmente utili fino alla sospensione o bocciatura automatica per i casi più gravi».

corriere.it

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