Coronavirus, le Università si armano di tecnologia per mantenere la didattica

La pandemia sta crescendo di giorno in giorno e i contagi non accennano a diminuire. Sono giorni in cui si rimane con il fiato sospeso in attesa di capire se ci sarà o meno un nuovo lockdown anche in Italia. Una delle categorie colpite è sicuramente quella degli studenti universitari, costretti dagli eventi a riprendere le lezioni a distanza per gli anni successivi al primo. Gli atenei romani, napoletani e lombardi sono i più colpiti. L’Università Federico II di Napoli è andata in didattica a distanza dal 16 ottobre, mentre gli altri atenei si stanno adattando alle nuove disposizioni – pur nella loro autonomia.

“A Roma Tre le aule le matricole non riempiono mai le aule anche con il sistema della prenotazione – afferma il prorettore alla didattica prof. Paolo Azteni -, gli studenti si stanno autoregolando alle riduzione che prima l’ordinanza regionale, poi la pandemia, hanno portato”. Ogni lezione in presenza viene proiettata in diretta: “Possiamo interagire con strumenti come lavagne elettroniche anche con i ragazzi che sono da casa – afferma il docente -. Certo delle difficoltà rimangono, ad esempio io a lezione sono costretto a rimanere sempre seduto, ma sono limitazioni sopportabili”. Rimane, però, lo scoglio laboratori. “Quello che ha subito maggiormente il blocco nel primo lockdown, ma che ha ripreso quasi subito. Certo, non semplice – conclude – ma stiamo dando la possibilità a tutti di usufruirne con la precedenza ai laureandi”.

Gli stessi Atenei ora sono più preparati. Se a Roma Tre ha supportato gli studenti con 500 portatili già distribuiti ad inizio semestre, c’è chi come l’Università di Bologna ha dato quasi 12mila sim da 100 gigabyte/mese per i suoi studenti: “Per ora la didattica rimane mista come ad inizio anno, non abbiamo fatto altri cambiamenti – scrivono a Corriereuniv dall’Alma Mater Studiorum – ma siamo pronti ad ogni evenienza”. Ma è la tacnologia la vera chiave dell’università ai tempi del coronavirus: app e QR Code con i dati degli iscritti garantiscono più di un servizio. “Per le matricole che ancora non hanno ricevuto la Carta dello studente basta accedere ai mezzi di trasporto convenzioni con il QR Code identificativo- afferma la prorettrice dell’Università di Firenze, Vittoria Perrone Compagni -, lo stesso vale per le prenotazione dei posti in aula”.

A Milano invece l’università Cattolica ha deciso di seguire la Bocconi sospendendo fino all’8 novembre le lezioni in presenza nelle sedi di Milano e Brescia, con l’eccezione di quelle della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali. “Gli orari delle lezioni non cambiano e i docenti che lo vogliono potranno fare lezione dalle aule”, fanno sapere dall’Ateneo.  L’università resterà infatti comunque aperta e i servizi saranno garantiti anche se è aumentato il personale in smart working. Laboratori, attività seminariali e attività extracurriculari, autorizzate dai presidi delle varie Facoltà, potranno essere svolti in presenza.

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