Al 50% e con orari scaglionati: riprendono le lezioni in Lombardia, Umbria, Liguria e Marche

Proteste in molte scuole d’Italia, a Roma gli studenti si scontra con la polizia

Il rientro in classe per 360mila studenti è stato accompagnato nei giorni scorsi da proteste e occupazioni da parte degli studenti. Sono quelli delle superiori nelle regioni Liguria, Marche, Umbria (che si alterneranno in percentuali che vanno dal 50 al 75%) e delle medie in Campania. Mentre in Lombardia, passata ieri in zona arancione, sono rientrati gli studenti più giovani, quelli delle medie, mentre le scuole superiori hanno qualche giorno in più per attrezzarsi alla ripresa delle lezioni in presenza al 50%.

A questi studenti si sommano ai 640 mila studenti delle superiori tornati in classe lunedì scorso, 18 gennaio, nel Lazio, in Emilia Romagna, in Molise e in Piemonte. L’11 gennaio erano tornati sui banchi in Valle d’Aosta, Toscana e in Abruzzo. In Trentino Alto Adige gli studenti avevano fatto ritorno già dal 7 gennaio. Non sono mancate le proteste. Sabato 23 gennaio la polizia è intervenuta al liceo Kant di Roma durante il tentativo di alcuni studenti di occupare la scuola.

I ragazzi, insieme a quelli di altri istituti superiori della capitale, protestano da lunedì scorso, giorno di ripresa delle lezioni, contro l’orario di ingresso alle 10, i trasporti, a loro dire insufficienti, le aule fredde. E raccontano che uno di loro sarebbe stato picchiato dai poliziotti, mentre la polizia conta due agenti refertati in ospedale con 5 giorni di prognosi. L’Ufficio scolastico del Lazio fa sapere di seguire la situazione. “Il rientro a scuola non può diventare motivo di scontri e assembramenti perciolosi – afferma Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi -, vogliamo tutti la stessa cosa: tornare a scuola in sicurezza e rimanerci”. Sicurezza, ma anche logistica dei trasporti venuta meno durante la pandemia. “Ci sono ancora problemi da risolvere come quello del trasporto pubblico locale ma non possiamo fare passi falsi ora in una fase così delicata”.

All’appello mancano gli studenti delle superiori in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Sardegna, Basilicata, della Calabria, della Campania e della Puglia per i quali è stato stabilito che si tornerà il 1 febbraio. “Secondo il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, l’indice Rt nazionale è sceso sotto 1.

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