Che cos’è Clubhouse, il prossimo fenomeno dei social network

Ancora in fase beta, è una piattaforma solo audio che permette di chiacchierare in stanze tematiche e che sta attirando centinaia di celebrità

Avete già sentito parlare di Spaces? È la nuova funzione lanciata da Twitter – ancora in fase sperimentale – che permette di creare stanze virtuali in cui chiacchierare a voce con altri utenti. Ciò che ancora pochi sanno, soprattutto al di fuori degli Stati Uniti, è che Spaces ricalca esattamente quello che, secondo alcuni esperti, potrebbe diventare il nuovo fenomeno della Silicon Valley: Clubhouse.

Clubhouse viene descritto sul sito ufficiale come “un nuovo prodotto social basato sulla voce che permette alle persone, ovunque si trovino, di chiacchierare, raccontare storie, sviluppare idee, approfondire amicizie e incontrare nuove persone interessanti in tutto il mondo”. Sviluppata dall’imprenditore della Silicon Valley Paul Davison e dall’ex impiegato di Google Rohan Seth, l’applicazione ha ricevuto circa 12 milioni di finanziamenti dalla società di venture capital Andreessen Horowitz e già nel mese di maggio è stata valutata attorno ai 100 milioni di dollari. Merito anche delle numerose celebrità statunitensi approdate sul nuovo social: Oprah Winfrey, Drake, Kevin Hart, Chris Rock e altri ancora.

Gli utenti iPhone possono già scaricarlo anche in Italia, ma per il momento questo social network è ancora in modalità beta e può essere utilizzato solo da chi riceve un invito tramite qualche conoscente già iscritto. Una volta aperta la app, Clubhouse mostra l’elenco delle conversazioni che stanno avvenendo in quel momento e di quelle programmate in seguito (e anche da chi sono moderate). Ovviamente, è un algoritmo a decidere quali stanze mostrarvi, sulla base del vostro lavoro, degli interessi o delle amicizie che avete stretto all’interno di Clubhouse. Potrete così scegliere se partecipare a discussioni vocali su film, politica, tecnologia, musica o qualunque altro argomento disponibile. Una volta entrati nella conversazione, potete prenotare un vostro intervento o limitarvi ad ascoltare.

Per immaginare l’equivalente di Clubhouse nel mondo reale basta pensare a un evento mondano con parecchi invitati, in cui si passa da un gruppetto all’altro anche sulla base delle conversazioni, e durante il quale potreste casualmente incontrare qualche faccia (o voce) nota. Se invece vi interessa meno l’aspetto glamour e più quello professionale, l’esempio migliore è una conferenza in cui decidete a quale panel prendere parte e se intervenire o meno.

Con già circa 600mila utenti, la app non sta facendo parlare di sé solo per l’idea originale e per le celebrità che partecipano, ma anche perché – nonostante sia appena nata – sta già avendo le prime rogne tipicamente da social. La giornalista del New York Times Taylor Lorenz ha denunciato la scarsa attenzione nei confronti dei dati privati degli utenti, mentre altri hanno sottolineato la difficoltà di impedire e prevenire molestie online, razzismo e antisemitismo in un social network che non lascia alcuna traccia dei discorsi fatti (le conversazioni, per questioni di privacy, non si possono inoltre registrare).

In poche parole, anche Clubhouse sta facendo i conti con i soliti (gravi) problemi a cui ogni social network va inevitabilmente incontro. Per affrontarli, Clubhouse ha già introdotto delle norme che permettono ai moderatori di segnalare gli utenti, espellerli dalla conversazione o silenziarli. Cosa succederà, però, quando gli attuali 600mila utenti diventeranno (potenzialmente) decine o centinaia di milioni? Proprio questa potrebbe essere la ragione per cui, ancora oggi, non si sa quando Clubhouse uscirà dalla modalità beta: come dichiarato dagli stessi sviluppatori, non solo vogliono costruire gradualmente la comunità, ma anche essere sicuri di saper gestire un numero molto più elevato di iscritti. 

In attesa del lancio ufficiale, potete comunque prenotare il vostro username e mettervi in lista d’attesa. Oppure andare a caccia di qualche influencer che riesca a introdurvi in quello che potrebbe diventare il nuovo fenomeno social.

la stampa

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Essenia UETP: tirocini in Europa, 71 Borse di Studio per diplomati

Next Article

Covid, specializzandi senza soldi e senza vaccino: "Poche tutele e soggetti a ricatti"

Related Posts