ISS: “La riapertura può provocare una nuova ondata incontrollabile”. A rischio scuola in presenza

“Riattivare quasi completamente i contatti sociali e le scuole di ogni ordine e grado, come avvenuto in tarda estte, può determinare un’ondata epidemica non contenibile, senza severe misure restrittive”, lo scrivono in un rapporto congiunto i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Inail e della Fondazione Bruno Kessler.

Nello studio, pubblicato sulla rivista scientifica Pnas (Proceeding of the National Academy of Science of the United States), è stato utilizzato un modello di trasmissione del virus per stimare l’impatto di diverse strategie e mitigazione introducendo anche la stima del rischio nei diversi settori produttivi in maniera innovativa. I risultati di questa ricerca sono stati utilizzati per definire i possibili scenari e interventi nella fase autunnale”. Secondo i ricercatori “la riapertura delle scuole,dagli asili fino alle medie, potrebbe avere un impatto limitato sulla trasmissibilità del virus SARS-Cov-2 a causa della minor suscettibilità all’infezione dei minori fino a crica 14 anni di età”, benché, precisa la nota, “la riattivazione quasi completa dei contatti sociali e delle scuole di ogni ordine e grado, come avvenuto in tarda estate, può determinare un’onda pandemica non contenidibile, senza avere misure restrittive”.

Sono sette le Regioni che riapriranno l'11 gennaio

Sempre nel rapporto si legge, però, che l’analisi “non permette di distinguere tra l’infezione trasmessa all’interno degli edifici scolastici e le attività extrascolastiche, trasporti e altre forme di assembramenti”. Nello studio emerge che “riaperture premature” possono incidere notevolmente sull’andamento epidemiologico nazionale. E porta come sempio la riapertura primaverile spostata al 18 maggio anziché la prima data evidenziata del 20 aprile, uno scarto di cinrca 18 giorni che, sempre secondo i ricercatori, avrebbe “portato un incremento el 500% circa delle ospedalizzazioni comulative registrate da maggio a settembre 2020”.

Tutto ruota intorno all’indice Rt (la velocità di trasmessibilità del virus). Secondo Stefano Merler, ricercatore della Bruno Kessler, l’incidenza “deve essere sufficientemente bassa da poter essere gestita dai sistemi di prevenzione con l’isolamento dei casi e la quaratena dei contatti”. L’indice Rt, tornato sopra l’1 dopo le vacanza natalizie, ha fatto aumentare il rischio contagio in molte regioni italiane. Il monitoraggio Iss mette 12 regioni a “rischio alto”, mentre otto sono a rischio moderato (di cui due ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e solo una Regione (Toscana) a rischio basso. Qui le scuole riapriranno l’11 gennaio, insieme a quelle della Valle D’Aosta, Liguria, Trentino-Alto Adige, Abruzzo, Umbria, Molise. Per Lazio e Emilia Romagna invece l’apertura verrà scaglionata fino al 25 gennaio. Sicilia, Calabria, Veneto, Marche, Friuli Venezia Giulia apriranno il 1 febbraio. Mentre la Lombardia, in bilico fino a ieri, ha deciso tramite ordinanza l’apertura delle scuole per il 25 gennaio.

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