L’Europa pubblica le linee guida del Recovery Plan, mentre da noi la testa è alla crisi.

Recovery Plan, l’Europa pubblica le linee guida del piano di rilancio e resilienza. In Italia la testa alla crisi. Aprile scadenza dei progetti.

Recovery Plan, l’Europa pubblica le linee guida del piano di rilancio e resilienza. In Italia la testa alla crisi. Entro il 30 aprile la scadenza dei progetti.

Nel mentre il Paese è attraversato da una crisi di governo che probabilmente vedrà nelle prossime 48 ore il premier Giuseppe Conte rassegnare le proprie dimissioni da Presidente del Consiglio nelle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’Europa procede spedita e pubblica le linee guida del piano di rilancio e resilienza, il cosiddetto recovery plan.

Gli Stati membri stanno attualmente preparando i propri piani, alcuni paesi sono decisamente avanti con il lavoro, altri come il nostro, ancora in alto mare. Al momento sono state approntate delle cifre, ma senza avere un programma dettagliato dell’attuazione dello stesso, insomma, il capitolo del come, del quando, e del chi dovrà occuparsi della sua implementazione e controllo. Manca lo abbiamo scritto nelle scorse volte, una visione del Paese che intendiamo costruire e i valori sui quali dovrà reggersi, anche grazie alla spinta di una montagna di soldi del recovery. Gli Stati membri dovranno presentare un unico documento integrato insieme al programma nazionale di riforma, e dovrà essere presentato ufficialmente entro il 30 aprile 2021.

Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, e Paolo Gentiloni, Commissario europeo per l’Economia
Recovery and Resilience Facility

Gli Stati membri dovranno spiegare come il piano promuoverà le politiche per la prossima generazione, in in particolare sull’educazione e cura della prima infanzia, istruzione e competenze, comprese le competenze digitali, riqualificazione, occupazione e equità intergenerazionale. Queste azioni dovrebbero garantire che la prossima generazione di europei non sia permanentemente colpita dall’impatto della crisi COVID-19 e che il gap generazionale non si accentui. Le azioni dovrebbero anche garantire che le disuguaglianze sperimentate da bambini e giovani, vengano affrontate; ad esempio in termini di accesso all’istruzione inclusiva, compreso l’accesso a strumenti digitali adeguati e connessione internet, alfabetizzazione digitale online. Gli Stati membri dovrebbero delineare come il loro piano colmerà il divario generazionale, ad esempio attraverso la revisione dell’impatto e ripartizione della spesa pubblica tra diverse fasce di età, rafforzando le politiche per la riqualificazione della forza lavoro attiva e programmi di integrazione per i disoccupati, o investire nell’accesso e nelle opportunità per bambini e giovani legati all’assistenza all’infanzia, istruzione, salute, alimentazione, lavoro e alloggio.

Nel frattempo, tornando ai fatti di casa, nei giorni scorsi il premier ha incontrato in video collegamento da Palazzo Chigi i sindacati, ai quali ha mostrato la massima collaborazione aprendo ad «un confronto intenso e costruttivo» sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Questo passaggio con voi ci spingerà a modificare ulteriormente, per quanto necessario e opportuno, questo progetto, serve a far fare un salto di qualità alla nostra capacità produttiva e occupazionale» ha dichiarato Conte, confermando un’ampia apertura, dovuta anche alla debolezza legata alla crisi di governo in atto.

Recovery and Resilience Facility

Nel mentre scriviamo è in corso l’incontro programmato con gli industriali, con i quali ci sono stati notevoli distanze in passato, con esternazioni del presidente di Confindustria Bonomi che non ha risparmiato al Governo aspre polemiche sulla scelta di investimenti a pioggia, che secondo gli inquilini di viale Astronomia non risponderebbero ad una politica di sviluppo a medio e lungo termine per il Paese.

Vedremo cosa si diranno oggi, anche se visti gli scenari politici all’orizzonte, il tutto potrebbe trasformarsi solo in una passerella.

Mariano Berriola

Leggi anche:

Recovery plan, per l’Istruzione sono previsti 28,49 miliardi

Questa sera l’approvazione in Cdm del Recovery Plan e poi, l’apertura della crisi di governo

https://corriereuniv.it/2020/12/lorientamento-fra-i-temi-del-recovery-fund-conte-a-febbraio-la-scadenza-dei-progetti/
https://corriereuniv.it/2020/12/come-spenderemo-i-209-miliardi-del-recovery-fund-ecco-la-rubricanext-generation-eu/
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