“Omosessuali sono malati”, la frase shock nel libro del corso di psicologia. Lazzari: “Inopportuno”

Secondo la legge “Gelli” del 2017 “i professionisti sanitari nelle loro attività si devono attenere alle evidenze scientifiche”

L’Università Europea di Roma tira dritto: il manuale di bioetica di Elio Sgreccia che definisce l’omosessualità una “malattia da trattare” resta al suo posto, resta cioè un testo valido per l’insegnamento di Filosofia della vita e bioetica tenuto dalla docente Claudia Navarini all’interno della facoltà di Psicologia. Il cardinale e professore Sgreccia (deceduto nel 2019), come denunciato da Giulia Sorrentino di Libero, insegnava che l’omosessualità ” si può configurare ad un certo stadio di esercizio più come una malattia da trattare, che come un vizio deliberato”.

Il caso era stato denunciato nei giorni scorsi da ‘Arcigay. “Sconcertante che a più di 30 anni dalla decisione dell’Organizzazione mondiale della sanità di cancellare l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali – afferma il presidente del circolo romano Francesco Angeli – ancora oggi vengano adottati testi che riportano tali falsità, con la possibilità di inficiare il percorso di formazioni di futuri psicologi”.

“La posizione espressa in quel testo – spiega a Corriereuniv.it il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi David Lazzari – è di un prelato e va relativizzata, quello della comunità psicologica è che l’omosessualità in quanto tale non è una malattia”. Inoltre secondo la legge “Gelli” del 2017 “i professionisti sanitari nelle loro attività si attengano alle evidenze scientifiche”. “Io credo che sia inopportuno inserirlo in un corso di psicologia ma da questo punto di vista – continua Lazzari – quello che è l’orientamento scientifico e culturale è chiarissimo. Questo è un insegnamento di altra natura, non può essere considerato di evidenza scientifica”.

A difendere la reputazione dell’Università Europea di Roma e della docente si era mosso il Rettore, Padre Pedro Amador Barrajón: “L’opera del cardinale Sgreccia non tratta il tema dell’omosessualità se non in un’espressione generica di rinvio al secondo tomo, rimasta negli anni, che va adeguatamente contestualizzata”. “Per fare un esempio, è del tutto sensato – spiega Padre Barrajón – continuare a studiare e a valorizzare i testi di Aristotele, anche se alcuni passaggi sulla schiavitù oggi non potrebbero essere sottoscritti”. Il Rettore rivendica infine la libertà di “un’università di orientamento cattolico come la nostra di conformarsi ai principi del magistero cattolico”.


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