Bianchi vuole gli studenti in classe ma per il Cts c’è il “rischio eplosione contagio”

L’idea di Agostino Miozzo: usare la Protezione Civile per il tracciamento a scuola

Riaprire “in sicurezza e al più presto” sono le parole pronunciate da Mario Draghi durante la fiducia, incassata, al Senato. “Non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori dfficoltà. Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale”. Dal 7 gennaio in molte regioni e istituti della penisola gli orari scaglionati sono già una realtà.

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in un’intervista a Repubblica ha spiegato che questi recuperi andranno localizzati per aree geografiche e singoli istituti: “Dovremo intervenire in quella fascia che ha sofferto la didattica a distanza, in particolare gli adolescenti del Sud e delle aree interne”. E proprio il ministro ha avviato una bozza di progetto insieme al coordinatore del Comitato tecnico scientifico , Agostino Miozzo, il quale ha però spiegato che “c’è il sensato rischio che si riapra un ciclo di chiusure degli istituti scolastici”. Tutta colpa delle varienti del covid-19, molto più contagiose del virus precedente e che hanno già costretto molte province italiane a diventare zona rossa.

Secondo Miozzo, una vita passata in Protezione Civile, per far fronte alla problematica si dovrebbe coinvolgere proprio quest’ultima. Come nella prima fase della pandemia. Poiché è difficile trovare rapidamente un numero di medici sufficienti per garantire alla scuola una corsia preferenziale nel controllo e nell’intervento anti-Covid – Bianchi vorrebbe approfondire la possibilità del medico scolastico -, è più efficace allestire unità mobili in tutte le città, veri e propri “pronto intervento sanitari” capaci di arrivare nella stessa mattinata nell’edificio scolastico dove si segnala un cluster di coronavirus e, a quel punto, “identificarlo, circoscriverlo e avviare in tempi immediati i tamponi necessari per dare certezze a studenti e docenti e non chiudere l’intera struttura scolastica”.

Chi dovrebbe gestire questi “pronto intervento” sul Covid a scuola? Da tempo Miozzo sostiene che serve un ritorno al centro della scena pandemica della Protezione civile italiana, protagonista nel corso della prima ondata e attrezzata da oltre cinquant’anni all’emergenza. Anche un supporto dell’esercito, che ha forte specializzazione medica, sarebbe importante.

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