L’8 marzo 2019 è stato proclamato uno sciopero generale che coinvolgerà anche il comparto istruzione. “La scuola ha bisogno delle maestre e dei maestri con diploma magistrale – segnala il sindacato Anief – perché a questi docenti vengono assegnati da diversi anni delle supplenze di lunga durata, senza le quali l’istruzione pubblica, rivolta agli alunni tra i 3 e gli 11 anni, non si realizzerebbe con una didattica regolare e un’offerta formativa adeguata”.
La preoccupazione del sindacato è rivolta al “rischio di licenziamenti per circa 50mila insegnanti”. E punta il dito sull’esito della sentenza dell’Adunanza plenaria dei giorni passati, elogiata dal Ministro Marco Bussetti , che rischia di compromettere l’avvio del prossimo anno scolastico. “La soluzione al problema non può essere di certo attendere l’esito dei concorsi. Ad iniziare da quelli riservati, che potranno al massimo coprire un posto vacante su cinque. Con gli altri che verranno in larga parte assegnati dalla seconda fascia delle graduatorie d’istituto, che però non comporta alcuna garanzia: i maestri, infatti, possono presentare la loro candidatura al massimo in dieci-quindici istituti e quindi potrebbero essere concentrati in alcuni, lasciandone sguarniti altri”.
“L’unica certezza – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che la continuità didattica si andrà a far benedire, con tanti alunni che non solo si ritroveranno senza il loro maestro dell’anno prima, ma un supplente diverso probabilmente nemmeno abilitato. Una circostanza che si realizza già nella scuola secondaria, dove la chiusura delle GaE sta determinando effetti devastanti. Ecco perché chiediamo a tutti i docenti, dall’infanzia alle superiori, di fermarsi venerdì 8 marzo: la nostra battaglia è la loro battaglia”, conclude il sindacalista.
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