Il Presidente Macron l’aveva promesso e l’ha fatto: dopo la proposta del dicembre scorso il Senato francese ha dato il via libera alla leggeche stabilisce il divieto di utilizzo in classe di smartphone, tablet e qualsiasi altro dispositivo connesso per gli studenti, dalla scuola materna fino alle superiori comprese.
Si partirà ovviamente a settembre e su alcuni aspetti ogni singolo Istituto scolastico potrà decidere autonomamente. Nel regolamento interno ad esempio sarà stabilito se gli smartphone andranno lasciati all’ingresso e custoditi in appositi depositi o se gli studenti potranno tenerli con sé, a patto che siano spenti e restino negli zaini. Le singole scuole inoltre potranno anche optare per qualche eccezione, ad esempio per un utilizzo didattico del dispositivo, ma solo in determinate aree degli edifici scolastici e in occasioni specifiche.
Insomma Macron sembra fare proprio sul serio visto che lo stesso divieto è stato esteso anche al Governo e già attualmente in qualsiasi riunione del Consiglio dei Ministri gli smartphone vanno lasciati all’ingresso dell’Eliseo, su appositi scaffali. In realtà il divieto di utilizzare gli smartphone in classe esiste sin dal 2010, con l’introduzione del Codice dell’educazione. Tuttavia moltissimi istituti non avevano mai approvato i regolamenti interni che avrebbero dovuto disciplinare questo aspetto e il divieto era così molto spesso disatteso.
Certamente l’utilizzo dello smartphone è fonte di distrazione, a scuola quanto sul lavoro o in riunioni di Governo. Ormai per molti è una vera e propria ossessione compulsiva che ha portato in Olanda come in Cina a predisporre addirittura attraversamenti pedonali ad hoc per le persone che non alzano lo sguardo dal display nemmeno mentre sono per strada, mettendo a rischio se stessi e gli altri. Non bisogna però demonizzare la tecnologia in quanto tale e la possibilità di poter comunque utilizzare lo smartphone come strumento didattico sembra andare proprio in questa direzione, seppure si tratti soltanto di un’opzione.
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