Facoltà per facoltà, una panoramica sul “futuro che ti aspetta”: un utile vademecum per affrontare al meglio la scelta del percorso universitario. Nella nostra Guida in edicola troverete inoltre: tutti i corsi di laurea, le città dove studiare, gli obiettivi formativi, gli sbocchi occupazionali e i profili preferiti dalle aziende.
Il posto fisso. L’inserimento immediato nel mondo del lavoro. Una professione coerente con il percorso di studi. Obiettivi non facili da raggiungere attualmente avendo in tasca una laurea in Scienze della Formazione. Nonostante l’emergere di nuove domande educative presenti nella società contemporanea, dalla dimensione interculturale allo sviluppo delle risorse umane, dal lifelong learning alla sfera assistenziale, i neodottori in tali discipline stentano a decollare in una fase di evidente contrazione del mercato del lavoro.
Nulla di strano, tuttavia, se si esamina il dato alla luce dell’indagine Istat 2009 sull’inserimento professionale dei laureati italiani (anno di riferimento 2007). Secondo l’Istituto nazionale di Statistica, in effetti, i peggiori livelli occupazionali a tre anni dalla laurea sono registrati dalle lauree afferenti ad aree di studio psicologico-letterarie, in buona compagnia di quelle giuridiche e geobiologiche.
I lavori occasionali o stagionali sono diffusi maggiormente (dal 16 al 25,3%) nei gruppi psicologico, letterario, educazione fisica e architettura. Sono occupati a tempo determinato principalmente i laureati del gruppo letterario (71%), psicologico (67,9%) e geobiologico (64,9%); fra questi gruppi si registra anche l’orario di lavoro part-time più elevato. Il gruppo psicologico è quello più critico. Non mancano discriminazioni di genere, il cui peso è maggiore soprattutto in ciò che concerne le retribuzioni. Le remunerazioni degli uomini sono, infatti, più elevate di quelle delle donne, mediamente del 18%, con una punta del 20% nei gruppi medico, psicologico, politico-sociale e insegnamento-architettura, dove è maggiormente consistente (superiore ai 200€).
La mancanza di continuità e di adeguato inquadramento costituiscono alcune delle motivazioni principali che spingono i laureati triennali a optare per un corso biennale specialistico che completi e perfezioni il loro titolo, rendendolo più spendibile a livello professionale. In proposito, è necessario notare come anche per Scienze della Formazione, a un anno dalla laurea, siano maggiormente occupati i laureati nei corsi lunghi (vecchio ordinamento): il 56,9% contro il 52,2% dei “triennali”.
I livelli più contenuti di questi ultimi sono da imputare, spiega l’Istat, anche a una loro minore partecipazione al mercato del lavoro, dovuta sostanzialmente a un diffuso orientamento verso la prosecuzione degli studi: circa il 74% dei laureati triennali in Scienze della Formazione decide, infatti, di iscriversi a un corso di laurea specialistica, registrando un lieve decremento percentuale rispetto all’indagine 2006 (75%). A tre anni dalla laurea, invece, il livello occupazionale dei laureati in corsi triennali cresce e si allinea a quello registrato nei corsi lunghi.
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