“Nel futuro non esisteranno solo immagini, espressioni in 100 caratteri o frasi incompiute: la lettura sarà insostituibile perché è l’unico strumento che consente di sviluppare una reale capacità critica e di confronto con gli altri”. Così, ieri, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha spronato studenti e docenti italiani a non abbandonare la lettura in favore esclusivo all’informazione via social network.
L’intervento del Presidente della Repubblica è avvenuto nella giornata dedicata al progetto “Quotidiano in classe” che da ormai 15 anni, grazie al contributo dell’Osservatorio permanente giovani-editori(Opge), porta in moltissime aule delle scuole italiane, un’ora dedicata alla lettura di almeno tre giornali: “Le nuove tecnologie aumentano le libertà e le opportunità – ha spiegato Mattarella – ma non credo che in futuro esisteranno solo immagini, espressioni in 100 caratteri o frasi incompiute: la lettura sarà insostituibile perché è l’unico strumento che consente di sviluppare una reale capacità critica e di confronto con gli altri. Per questo è importante anche il vostro progetto di alfabetizzazione economica e finanziaria”.
Sono circa 2 milioni gli studenti che quest’anno hanno partecipato al progetto “Quotidiano in classe” sotto la guida di circa 45.400 docenti.
“I nostri giovani avvertono con gli insegnanti la necessità di informarsi – ha continuato Mattarella – e padroneggiare gli strumenti che consentono conoscenza”.
Entusiasti anche alcuni dei ragazzi presenti al discorso del Presidente Mattarella, ieri, al Quirinale, e che hanno partecipato negli scorsi mesi al progetto “Quotidiano in classe”: “Abbiamo imparato a usare il giornale come strumento fondamentale che ci stimola a pensare – ha spiegato Letizia Travaglino, 17 anni, studentessa di Monza – e a maturare nostre opinioni personali”. Per Emanuele D’Eliseo, 17 anni, di Ravenna, invece, l’esperienza più interessante è stata quella di affacciarsi sul mondo del giornalismo in maniera diretta: “Quest’anno abbiamo avuto la possibilità di intervistare personaggi del mondo dell’editoria come James Murdoch da pari a pari – ha spiegato il ragazzo – e ci siamo sentiti anche noi giornalisti”.
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